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L'inflazione sta rendendo poveri gli umbri. Intervenga la Regione

Il capogruppo di Prc, "Rifondazione comunista dell'Umbria ritiene prioritario definire ulteriori politiche di ridistribuzione delle ricchezze a favore di lavoro dipendente e pensionati

- Quello appena trascorso è stato il luglio più caro degli ultimi dodici anni, con una spesa giornaliera sempre più alta per effetto di una inflazione sui prodotti di maggior consumo che ha raggiunto il 6,1 per cento.
Ad evidenziarlo è Stefano Vinti, capogruppo di Prc in Consiglio regionale che osserva: "in questo quadro Perugia si colloca al decimo posto fra le città capoluogo di Regione con una inflazione aumentata del 3,9 per cento su base annua e dello 0,6 rispetto al mese precedente. Ma qui i redditi dei lavoratori dipendenti sono inferiori mediamente del 10 per cento rispetto alle regioni del centro-nord del paese e, sempre qui - dove è saltato il tentativo di definire un accordo sul controllo dei prezzi - si concentra la più alta percentuale di pensionati al minimo".
 Per queste ragioni, aggiunge il capogruppo di Prc, "Rifondazione comunista dell'Umbria ritiene prioritario definire ulteriori politiche di ridistribuzione delle ricchezze a favore di lavoro dipendente e pensionati, con un sollecito alle organizzazioni sindacali umbre ad aprire trattative serie con le controparti datoriali, mettendo sul piatto, finalmente, la questione salariale, e se necessario avviare una stagione di lotte".
Le difficoltà per i cittadini meno abbienti (circa 10 milioni di
pensionati sotto gli 800 euro mensili, 7 milioni di lavoratori sotto i mille euro, 800 mila giovani co. co. co sotto i 780 euro) per Vinti non finiranno, "perché ad ottobre le bollette saranno più salate (più 6 per cento per gas e più 4 per cento per l'elettricità). Ma di tutto questo il Governo Berlusconi non si occupa affatto".
A giudizio di Vinti non è vero che non aumenteranno le tasse, come sostiene il Governo, perché "l'economia è a crescita zero, aumenta l'inflazione, e questi due fattori combinati porteranno ad un aumento netto del prelievo fiscale dalle tasche dei lavoratori e dei pensionati.
Le stesse associazioni dei consumatori prevedono un salasso annuo di oltre 2.000 euro, ed anche le famiglie con redditi sotto i 25mila euro se la passeranno davvero male. Poco conta lo spot governativo della carta di povertà: un'elemosina di 40 euro al mese". Il Dpef, conclude il consigliere "prevede un aumento della pressione fiscale, dal 2009 al 2013, dal 43 per cento al 43,2 per cento, con ulteriori rapine per 255 euro per nucleo familiare, contando i tributi locali".

Pubblicato il: 16/08/2008

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