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Ad Orvieto barriere ancora alte

Approfondimento

Quanto si è fatto e si sta facendo ad Orvieto, soprattutto a livello di strutture pubbliche e di ricettività pubblica per adeguarsi alla normativa vigente e agli indirizzi comunitari? Domanda che rivolgiamo a Gianni Mencarelli, responsabile di Cittadinanazattiva di Orvieto, anche con doverosa attenzione al dato che la popolazione orvietana, specialmente quella abitante sulla Rupe, ha più di 65 anni, è quindi anziana e trova naturalmente difficoltà di mobilità e accessibilità.

"È non solo giusto- sostiene Mencarelli- far sì che tutti i cittadini possano sentirsi ugualmente liberi di muoversi autonomamente e quindi essere veramente parte attiva e libera del proprio Paese, ma è anche indice di civiltà e di progresso. Ad Orvieto vi è una sensibilità sufficientemente diffusa, che si è affermata negli anni Novanta, ma a cui non corrisponde un'adeguata azione da parte delle amministarzioni e dei progettisti e la legislazione è in alcuni casi subita come limite piuttosto che interpretata come opportunità di costruire secondon i bisogni dei cittadini. Alcuni esempi clamorosi di carenze. Il Liceo classico non è accessibile a chi ha un handicap motorio e in città non ci sono bagni pubblici per questi svcantaggiati. Ancora. La sede ASL dove avviene la visita che certifica la disabilità e dà conseguente accesso all'accompagnamento è localizzata in un ambiente, allo Scalo, con barriere architettoniche e c'è soltanto un piccolissimo ascensore in cui non entra una carrrozzina. Se poi ci trasferiamo nel privato, la mancanza di adeguata sensibilità progettuale nel passato ci pone oggi nella necessità di fornire a chi ne ha diritto, soprattutto anziani divenuti disabili, una particolare e costosa "carrozzina" che sale le scale. Già ne sono state distribuite un centinaio. E poi anche qui una clamorosa disfunzione. In caso di decesso del disabile, la "carrozzina" non può essere riutilizzata perché non c'è in zona un'azienda che la revisiona".

Per il resto, ed è molto, le cose vanno benino, ma è necessario afffermare e far radicare una cultura della disabilità per poter ottenere dei risultati soddisfacenti".

Pubblicato il: 16/07/2003

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