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Alta velocità e linea lenta. Perché i pendolari non devono rassegnarsi

di Valeria Cioccolo. Alta velocità, Milano-Roma in 3 ore. Appello ai pendolari, far sentire la propria voce, uniti, senza rassegnarsi per avere diritto ad una vita "normale"

foto di copertina

Le notizie che si susseguono oramai quasi quotidianamente sui media dicono chiaramente che i viaggi su rotaia sono ad una svolta. L'inaugurazione dei treni cosiddetti ad Alta velocità è imminente, società private stanno costruendo convogli avveniristici per fare concorrenza addirittura agli aerei. Noti industriali e uomini d'affari acquistano tratte ferroviarie su cui far viaggiare queste super macchine, belle, confortevoli, capaci, come si legge sui giornali, di "migliorare la vita ai cittadini grazie a tecnologie all'avanguardia, abbassamento dei prezzi (!) diminuzione dei tempi di spostamento".

Ma quello che viene taciuto, anche dall'informazione pubblica, è che questi cosiddetti miglioramenti porteranno vantaggi soltanto ad un numero esiguo di "Cittadini", mentre le migliaia di persone (con la p minuscola!) che giornalmente utilizzano il treno come mezzo per raggiungere il posto di lavoro o di studio saranno fortemente penalizzate.

Dall'ultimo Rapporto Censis emerge che nel 2007 il numero di chi sistematicamente si sposta per motivi di studio o di lavoro fuori del proprio comune è di ben 11 milioni di persone, numero che ha registrato un incremento di 3,5 milioni in 6 anni. Molteplici le ragioni alla base di questo fenomeno, da quelle di carattere occupazionale, di studio, economico (prezzi più bassi degli immobili nei piccoli centri) fino a quelle che toccano concetti quali la qualità della vita e la maggiore vivibilità del tessuto locale. Il Censis rileva anche la "funzione fondamentale svolta dai: "servizi pubblici. Innanzi tutto il treno, utilizzato giornalmente complessivamente da più di 1,9 milioni di persone " (Censis, Rapporto sulla situazione sociale del Paese, Milano, Franco Angeli, 2007, p. 409).

 Il dato impressionante è quello rilevato sul trasporto ferroviario regionale (utilizzato in larga misura dai viaggiatori pendolari): i passeggeri trasportati complessivamente nel 2005 sono stati 687 milioni, 72 milioni quelli su media e lunga distanza (id., p. 410).

Nonostante quindi la rilevanza sociale del pendolarismo, a breve invece sulla tratta Firenze-Roma i binari della c.d. "Direttissima" saranno destinati all'Alta Velocità mentre i convogli dei pendolari saranno dirottati sulla "Linea Lenta"con un incremento di oltre 1 ora degli attuali tempi di percorrenza dei treni da e per Roma.

Questo significa rendere la impossibile vita per migliaia di persone che quotidianamente viaggiano per lavoro, significa che nel 2008 (e non nel dopoguerra!) ogni pendolare si troverà a trascorrere ore e ore sui treni, anche senza considerare i consueti ritardi contingenti. Questo significa che ogni Persona subirà un danno non solo e forse non tanto economico, ma soprattutto biologico.

Questa situazione non deve essere accettata passivamente. Ecco perché, lo dico da pendolare, non voglio sentire persone, cittadini con gli stessi diritti di tutti gli altri, che hanno il diritto di potersi recare sul posto di lavoro e continuare ad avere una vita "decente" affermare che tanto le decisioni a livello politico sono state prese, che non si può fare nulla. NO, facciamo sentire la nostra voce, ogni giorno, in ogni modo, insieme.

valeriacioccolo@hotmail.it

Pubblicato il: 21/07/2008

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