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Operazione Cahos.

Due condanne, sette assoluzioni e un non luogo a procedere per prescrizione. Sì è concluso così ieri mattina, davanti al collegio del tribunale di Orvieto, l'ultimo filone processuale nato a seguito della ormai celeberrima operazione antidroga

ORVIETO - Due condanne, sette assoluzioni e un non luogo a procedere per prescrizione. Sì è concluso così ieri mattina, davanti al collegio del tribunale di Orvieto, l'ultimo filone processuale nato a seguito della ormai celeberrima "operazione Cahos", il blitz antidroga che cinque anni fa portò in carcere ben 26 ragazzi orvietani (su 28 ordinanze emanate). In verità i dieci ragazzi imputati, di cui nessuno era presente in aula, ricoprivano a detta anche del Pm, Stefano Opilio, "un ruolo marginale nell'organizzazione, quando non figuravano come semplici consumatori di droga". E' stata la stessa accusa a chiedere una "raffica di assoluzioni". Ben sette di loro, infatti, sono stati riconosciuti come semplici "clienti", non perseguibili penalmente, e quindi assolti con formula piena. Soltanto due ragazzi sono stati riconosciuti come "spacciatori" o comunque ricoprenti una parte attiva dell'organizzazione. Entrambi sono stati condannati ad un anno di reclusione e al pagamento di un'ammenda di 2mila euro, pena poi completamente "cancellata" dall'indulto. Soltanto uno dei dieci ragazzi ha visto sospeso il processo penale a suo carico per prescrizione del reato. L'epilogo del più lungo processo per droga della città di Orvieto che arriva proprio nel giorno in cui si è celebrato, presso il tribunale della Libertà di Perugia, l'udienza del riesame per Marco Agostini, l'unico dei cinque giovani finiti in manette nell'operazione antidroga dei carabinieri scattata all'alba del 5 giugno scorso ad essere ancora in carcere. L'ufficializzazione del verdetto è attesa per la giornata di oggi anche se per il 30enne, difeso dall'avvocato Angelo Ranchino, si prevede la stessa sentenza degli altri 4 giovani, ovvero l'obbligo di firma.

Pubblicato il: 03/07/2008

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