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Che fine ha fatto la variante di Sferracavallo?

Il nodo "viabilità" rappresenta un passaggio fondamentale del futuro del quartiere e lo è ancor più in questi giorni in cui imperversano le polemiche sui ritardi ad oltranza della firma del protocollo d'intesa per la realizzazione della variante

ORVIETO - Che fine ha fatto la variante di Sferracavallo? A chiederlo a gran voce sono i residenti dei quartieri del Consiglio di Zona 3 (Sferracavallo, Bardano e Rocca Ripesena). Il nodo "viabilità" rappresenta un passaggio fondamentale del futuro del quartiere e lo è ancor più in questi giorni in cui imperversano le polemiche sui ritardi ad oltranza della firma del protocollo d'intesa per la realizzazione della variante, dovuti al mancato raggiungimento di un accordo tra Provincia, Comune e Regione sulla ripartizione dell'impegno economico per la realizzazione dell'infrastruttura. Quella stessa opera che dovrà, almeno in un primo momento, sopperire al secondo stralcio della complanare permettendo ai mezzi pesanti di raggiungere l'area industriale di Bardano bypassando il centro abitato. Oltre l'anelata variante, i residenti delle frazioni del Consiglio di zona 3, si aspettano da parte dell'amministrazione comunale anche semplici interventi minori volti a promuovere un maggior rispetto del codice della strada al fine di evitare inutili tragedie come quella del giovane Alessio Papini (il 19enne che ha perso la vita in un incidente stradale lo scorso 22 maggio a Fontanelle di Bardano), garantire la sicurezza dei pedoni e una maggiore vivibilità del quartiere. Oltre la costruzione di marciapiedi in aree giudicate "a rischio" i consiglieri sembrano dunque suggerire l'utilizzo degli ormai celeberrimi dissuasori di velocità. Al di là delle richieste legate alla circolazione stradale i residenti di Sferracavallo, Bardano e Rocca Ripesena sollecitano l'amministrazione comunale alla creazione di un collegamento fognario che permetta l'allaccio di alcuni abitati situati in località Fontanelle di Bardano, tutt'oggi esclusi dal servizio, e a sopperire alla mancanza di bidoni per la raccolta dei rifiuti, differenziata e non, in alcune zone dei quartieri. "Il Consiglio di zona non deve essere né amico né nemico dell'amministrazione comunale - sostengono i consiglieri - ma un 'ponte' tra i residenti e le stanze del potere cittadino fondato su un'ampia partecipazione popolare" che il Consiglio di zona 3 ha deciso di perseguire attraverso l'integrazione delle "classiche" bacheche distribuite sul territorio con la pubblicazione di un sito web. Un tentativo di coinvolgere nel governo del quartiere proprio quella fascia di cittadini da troppi anni ormai lontani dalla "cosa pubblica", ovvero i giovani.

Pubblicato il: 30/06/2008

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