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Ultima fermata carcere, tassisti in manette

Nuovi arresti nell'ambito dell'indagine sulla rapina alla Bps di Orvieto Scalo. I carabinieri si fingono passeggeri e 'conducono' il tassista dritto dritto in prigione

Cronaca

di Vincenzo Carducci

Nuovi arresti nell'ambito dell'indagine sulla rapina alla filiale di Orvieto Scalo della Banca Popolare di Spoleto. In manette sono finiti L.A. ed R.C., entrambi trentacinquenni tassisti napoletani, ritenuti i complici della banda che il 3 giugno scorso rapinò l'istituto di credito orvietano.

A loro si è risaliti dopo le indagini dei carabinieri di Orvieto che avevano accertato che i due avevano soggiornato in un albergo di Viterbo due giorni prima della rapina ed il giorno successivo al colpo erano poi stati raggiunti lì dal resto della banda.

I due tassisti sono stati arrestati la notte scorsa, intorno alle 4. Decisamente curiosa la modalità che ha portato all'arresto di R.C.. Due carabinieri del Nucleo Operativo di Orvieto, i marescialli Marco Biancafarina ed Andrea Di Matteo, si sono finti passeggeri ed hanno chiamato l'ignaro tassista per farsi portare da Napoli a Lecce offrendogli un lauto compenso. L'uomo non si è fatto pregare e così si è recato all'appuntamento e una volta lì i carabinieri in incognito gli hanno detto che, prima di andare a Lecce, sarebbero dovuti passare per il carcere di Santa Maria Capua Vetere per effettuare una commissione ad un loro parente detenuto. Soltanto di fronte alle porte del carcere i militi dell'Arma si sono rivelati portando in cella il tassista napoletano.

Salgono dunque a cinque i componenti della banda arrestati dai carabinieri di Orvieto in collaborazione con i colleghi di Fano. Uno dei rapinatori, M.M. napoletano di trentanove anni, si trova in carcere ad Orvieto mentre altri due complici, C.M. casertano trentenne e F.L. venticinquenne napoletano, sono rinchiusi nella casa circondariale di Pesaro dopo essere stati arrestati mentre si trovavano in spiaggia. La banda è sospettata di aver commesso numerose altre rapine nel centro Italia. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Carlo Dibello.

Pubblicato il: 08/07/2003

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