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Teppisti in Confaloniera

Sono già molti i danni subiti dalle strutture nuove di zecca: dalle panchine in legno già tutte imbrattate, agli scivoli letteralmente tappezzati di scritte e disegni volgari

foto di copertina

 

ORVIETO - Una banda di teppistelli si aggirerebbe notte tempo per la Confaloniera: piante rubate, scritte indecorose su panchine e giochi da giardino e anche un maldestro tentativo di appiccare il fuoco al bagno chimico sistemato lungo il viale.  Nei pochi mesi in cui la passeggiata degli orvietani (almeno per una metà) è tornata fruibile, sono già molti i danni subiti dalle strutture nuove di zecca: dalle panchine in legno già tutte imbrattate, agli scivoli letteralmente tappezzati di scritte e disegni volgari.

 

Ma, ultimamente, si sono verificati anche furti e "decapitazioni" di piante e danneggiamenti a cose.  Al punto che la questione è stata segnalata in Comune.  A protestare alcune mamme che giornalmente portano i loro bambini a giocare nell'area attrezzata, un autentico polmone di verde nel cuore della Rupe.  Dove però, a quanto pare, gli sforzi dell'amministrazione che, a più riprese, sta investendo fior di euro per ridare lustro a viale Giosuè Carducci, sarebbero minacciati dalla maleducazione e dalla sfrontatezza.  Vandali in erba avrebbero cominciato con qualche scritta qua e la, per poi combinarne ogni giorno una più grossa e alla fine, inevitabilmente, essere scoperti.  Non è difficile, d'altro canto, tenere d'occhio la zona anche nelle ore notturne, per via delle molte abitazioni che si affacciano sul viale e, non ultimo, per via delle telecamere dell'attigua guardia di Finanza che riprenderebbero in parte l'area.  

 

Al momento sembra che una semplice, seppur sonora, tirata d'orecchie abbia dato frutti, ma non è escluso che possano essere presi provvedimenti più seri, soprattutto se simili atti di vandalismo dovessero ripetersi. C'è da scommettere, ad esempio, che nessuno storcerebbe il naso a vedere i responsabili di queste azioni - minorenni o maggiorenni che siano - armati di secchio e pennello, per ricoprire le brutture che essi stessi hanno prodotto, con grave danno alla cosa comune.

Pubblicato il: 28/06/2008

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