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Il Comune pronto per aggiudicare a gara ex caserma e ex ospedale

Pertecipazione per presentare il " nuovo progetto Orvieto" martedì scorso. Una RPO con partecipazione e menagement privato gestirà realizzazioni e promozione. Il 9 luglio Consiglio comunale per approvare progetto e definire i termini della gara

foto di copertina

di Dante Freddi

Martedì scorso, appuntamento alle 17, partecipazione presso la palazzina comando della ex Piave per discutere le linee di sviluppo della città, che l'Amministrazione sottoporrà al Consiglio comunale il 9 luglio prossimo, e per fare il punto sullo stato dell'arte del progetto "Vigna grande".

Inizio alle 18, pochissima gente, forse colpa del caldo.

Un Mocio in forma, proveniente da qualche giorno di ferie, ha comunicato le linee del suo progetto di sviluppo, di cui ovviamente la ex caserma è pietra d'angolo.

Novità. Chi si aggiudicherà l'appalto avrà la prelazione anche sull'acquisizione del vecchio ospedale, per ottenete il massimo di omogeneità nel disegno di sviluppo di Orvieto.

Altra novità. Risorse per Orvieto diventerà una società per gestire non soltanto attività nuove che nasceranno dall'intero nuovo "progetto Orvieto", che comprende già, ad esempio, il museo della ceramica e il palazzo dei congressi e la nuova biblioteca comunale, ma anche le attività di promozione della città e di gestione degli eventi. Il Comune terrà il 51% del capitale, il concessionario di Vigna grande potrà assumere un ruolo importante nella nuova RPO, non comunque esclusivo del mondo privato e comunque con quote non superiori al rimanente 49%, seppure potrà esprimere l' amministratore delegato.
Dopo il Consiglio comunale, entro luglio, si procederà alla gara d'appalto ad evidenza pubblica del progetto approvato dal Consiglio comunale, che terrà conto dell' ipotesi globale presentata da Cività e di altre due parziali.

Entro dicembre sarà aggiudicata la caserma ed eventualmente anche l'ospedale, con riserva del Consiglio comunale ad effettuare le necessarie modifiche al progetto prima di giungere al piano attuativo. Il sindaco vuole infatti che si effettui un controllo approfondito del progetto approvato, per evitare ripensamenti successivi al piano attutivo, da cui sarebbe impossibile tornare indietro.

La scelta dell'Amministrazione è per la concessione di ex caserma e di ex ospedale, non la vendita, e l'obiettivo è attivare un sistema economico-sociale virtuoso, che dia spunto all'economia asfittica nostrana e sostanze per pagare i mutui e liberare disponibilità necessarie al mantenimento della qualità di vita della città. In ballo un centinaio di milioni di euro, quanti saranno necessari per attivare tutto l'insieme. Al Comune oltre 3 milioni all'anno.

Il sindaco ha chiesto che nella città si sviluppi un movimento di partecipazione senza preclusioni, disponibile al ragionamento, e ha affermato che non c'è nulla di preelettorale nelle iniziative che si stanno chiudendo ma soltanto un fisiologico processo di avanzamento.

In questo progetto il Centro studi città di Orvieto rimarrebbe senza l'attuale sede.

Mocio, a proposito, ha ricordato che sarà necessario rimodellare la sagoma del Centro studi, che non dovrà più essere residenza di corsi universitari decentrati, come quello di ingegneria, ma di attività post laurea e di altre iniziative da individuare, rivolte all'Italia ed all'estero, alle università ed alle imprese. Collocazione adatta per il sindaco è Vigna grande. Ovviamente è difficile individuare un privato che si accolli un simile impegno e quindi sui vedrà.

Tanto buon senso in questo Mocio rilassato, assistito dal suo staff tecnico, in un inconsueto stile estivo.

Sono intervenuti la professoressa Ricci e Gianni Cardinali, che hanno posto l'attenzione sulla necessità assoluta ed imprescindibile che sia riconosciuta, ricostruita e affermata una identità orvietana, senza la quale si corre il rischio di creare un contesto esteticamente eccellente e funzionale ma senza anima, finto ed inaccettabile.
Altro intervento quello del direttore della CRO Pecchi, che ha apprezzato il piano di lavoro e la filosofia progettuale dell'Amministrazione, seppure appesantita da una scelta maggioritaria del "pubblico" in RPO. Pecchi ha concluso con un caloroso invito "a fare", perché da quando è qui ad Orvieto- ha detto- "non ho mai potuto finanziere un progetto". Ovviamente facendo riferimento a progetti pubblici, di cui tanto si parla e che poi trovano difficoltà  a divenire operativi, a tradursi in fatti, a divenire mattoni, gru, "fabbriche", lavoro e ricchezza.

Pubblicato il: 26/06/2008

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