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Tribunale sotto organico, giustizia a rilento

All'appello mancano due giudici ed è sospesa la stenotipia Gli avvocati scrivono al CSM. Il presidente del tribunale Palmieri: 'I processi non si fermano ma siamo in difficoltà'

Cronaca

di Vincenzo Carducci

Tribunale senza giudici, avvocati in subbuglio. Si aggravano le carenze di organico al palazzo di giustizia di Orvieto da sempre sull'orlo di un baratro chiamato soppressione. Da due settimane il dottor Elefante si è trasferito a Roma come assistente di studio di un giudice della Corte Costituzionale lasciando una casella vuota nell'organico a disposizione del tribunale della Rupe. Il trasferimento sta creando non pochi problemi per lo svolgimento dei procedimenti penali e civili. Attualmente sono quattro i giudici in organico (Zanetti, Tafuro, Di Stefano ed il presidente Aniello Palmieri) mentre secondo le piante ministeriali dovrebbero essere sei. Oltre al giudice Elefante, infatti, c'è ancora da sostituire il dottor Zampi, il cui posto è vacante dall'ottobre scorso.

"Sappiamo che ci sono numerosi candidati alla sua sostituzione - dice il presidente del tribunale Palmieri - ma ancora non è stata effettuata la nomina. La carenza di organico ci sta creando qualche difficoltà soprattutto nei procedimenti penali dove c'è da tenere conto dell'incompatibilità dei giudici nei vari gradi di giudizio".

Il disagio dell'organico dovrebbe essere risolto entro la fine dell'estate per evitare che in autunno, con la ripresa a pieno regime dell'attività giudiziaria, si ripresenti in maniera più eclatante. Nel frattempo è arrivato un nuovo giudice onorario, l'avvocato Vito di Viterbo, che si affianca all'altra "toga"onoraria, l'avvocato Di Tullio.

Ma le "disgrazie" non vengono mai da sole. Come se non bastasse, infatti, dal 28 maggio scorso è stato sospeso il servizio di registrazione e stenotipia durante i processi a causa di una mancanza di fondi ministeriali. Un problema che non riguarda solo Orvieto ma tutta la Corte di Appello di Perugia che nel 2003 ha ottenuto fondi dal ministero di Giustizia pari a 265 mila euro a fronte di una spesa sostenuta nel 2002 di circa 448 mila euro. Ed un analogo paragone in termini numerici si può fare anche per il tribunale orvietano dove la spesa per la registrazione e la stenotipia è praticamente doppia rispetto ai trasferimenti ministeriali.

Questa situazione sta creando subbuglio tra gli avvocati. "Spesso e volentieri - dicono - i processi si decidono su una parola o su una frase che se non riportata correttamente o trascritta integralmente può cambiate l'esito del procedimento". Nel tentativo di ripristinare la normalità l'Ordine degli avvocati di Orvieto ha scritto al Csm sollecitandone un intervento. Intanto gli stessi avvocati hanno attivato una sorta di "sciopero" chiedendo il rinvio dei procedimenti proprio a causa della sospensione del servizio di stenotipia. Non sempre queste eccezioni vengono però accettate. E su questo anche il presidente Palmieri è categorico. "Ci sono state delle udienze rinviate ma i processi si faranno e vanno avanti. Il tribunale non ferma la propria attività".

Pubblicato il: 08/07/2003

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