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Negozi chiusi il primo maggio, commercianti in rivolta

A poco meno di un mese dalla sigla, traballa l'accordo tra Comune, categorie e associazioni dei consumatori per l'apertura degli esercizi in deroga alla legge regionale. I commercianti 'costretti' a tenere chiusi i negozi. Tensioni tra le associazioni

di Stefania Tomba

ORVIETO - Negozi chiusi il primo maggio, commercianti in rivolta. A poco meno di un mese dalla sigla, traballa l'accordo tra Comune, categorie e associazioni dei consumatori per l'apertura degli esercizi in deroga alla legge regionale. Il primo di maggio, infatti, e il giorno di Natale sono gli unici due superfestivi in cui tassativamente è stata negata l'apertura degli esercizi (fanno eccezione ovviamente bar, ristoranti gelaterie e negozi a vocazione turistica). E ora i commercianti del centro storico che intravedono nel lungo ponte di primavera un'occasione interessante per dare una boccata d'ossigeno agli incassi puntano i piedi.

"Con la città piena di gite e comitive, dobbiamo stare chiusi: e poi si parla tanto di incentivare il turismo. E perché questa disparità tra esercizi turistici e non, chi la stabilisce? Forse un turista deve comprare solo la ceramica, piuttosto che una borsa o un paio di orecchini?". E' quanto chiede spazientita la titolare di un negozio di bigiotteria in corso Cavour, all'uscita del Comune dove è andata ieri mattina a richiedere l'autorizzazione all'apertura per il primo maggio. Con lei c'erano almeno un'altra decina di negozianti.

E la stessa cosa hanno fatto nei giorni scorsi Confesercenti e Confcommercio, rispondendo alle richieste dei propri associati. Le associazioni ipotizzano l'apertura del primo maggio, compensandola con una chiusura domenicale in più dopo l'estate. "Siamo in fiduciosa attesa della risposta del sindaco", dicono pur consapevoli dell'esistenza della legge regionale. Nonchè di un accordo locale di cui sono stati firmatari essi stessi, insieme ai sindacati ai quali, peraltro, chiedono "comprensione" in nome "della crescita economica ed occupazionale del territorio".

In Comune, proprio in ragione dell'accordo, dicono di avere le mani legate e che "sono state già applicate ampie deroghe alla legge regionale". Per conto del sindaco, tuttavia, la materia andrebbe "completamente liberalizzata - dice - sempre nel rispetto dei diritti dei dipendenti". Insomma, con l'attuale normativa, sembra proprio che i commercianti dovranno rassegnarsi a tenere i negozi chiusi, il prossimo primo maggio. Anche perché le multe, in caso di controlli, sono salatissime: da 516 euro a 3mila 98.

Sul caso si sta consumando anche un attrito neanche troppo sotterraneo tra Confesercenti e Confcommercio da un lato, e Assocommercio dall'altro. Ieri mattina, infatti, in città circolava un volantino siglato Pdl che strizzava l'occhio ai commercianti contro la chiusura 'forzata' dei negozi. Le associazioni hanno così emesso un comunicato stizzito, leggendovi evidentemente la mano di Carlo Perali, presidente di Assocommercio ma anche noto esponente azzurro. "Per evitare ricorrenti e patetiche strumentalizzazioni politiche - affermano i presidenti di Confcommercio e Confesercenti, Santi e Gulino - puntualizziamo come, con il nostro determinante contributo, siano state messe a punto sul tavolo di concertazione, le aperture festive e superfestive 2008 dei negozi, che già prevedono 52 domeniche, più l'apertura anche del 25 aprile, del 2 giugno e del 26 dicembre. Invitiamo i commercianti - aggiungono - a diffidare da maldestre speculazioni politiche e associative di chi non sta e non sa stare ai tavoli di concertazione e poi fa finta, a scoppio ritardato di tutelare la categoria".

Pubblicato il: 25/04/2008

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