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Baschi. Iniziato il processo al comandante della Municipale

Sarebbero 15 i destinatari delle multe dell'autovelox di Baschi ai quali non è mai stato recapitato alcun verbale: il meccanico, il macellaio, il presidente del consiglio comunale, l'assessore alla Cultura, un lontano parente e perfino un paio di imprenditori

di Stefania Tomba

ORVIETO - Il meccanico, il macellaio, il presidente del consiglio comunale, l'assessore alla Cultura, un lontano parente e perfino un paio di imprenditori che avevano avuto rapporti con il Comune. Sono tra i 15 destinatari delle multe dell'autovelox di Baschi ai quali non è mai stato recapitato alcun verbale: cattivo funzionamento della macchinetta, dice la difesa, "abuso d'ufficio" dice, invece, il capo d'imputazione col quale il comandante della Municipale di Baschi, il tenente Maurizio Sian, è comparso ieri mattina di fronte al collegio dei giudici del tribunale di Orvieto all'apertura del processo a suo carico.

I fatti risalgono ad un arco temporale tra il 2004 e il 2005 e riguardano le multe elevate tramite autovelox dalla municipale, sulla Baschi Todi. Nel novembre 2005, la faccenda era arrivata all'attenzione della polizia stradale, insospettita dalle lamentele di numerosi automobilisti, 'vittime'dell'autovelox nei pressi dell'area industriale di Baschi, una zona non autorizzata per tale servizio dalla prefettura. Alla fine però, una volta avviate le indagini, la cosa che si rivelò più interessante fu un'altra.

Ovvero che, tra le centinaia di foto scattate dalla macchinetta, 15, misteriosamente, non si erano trasformate in multe. Guarda caso, si trattava di "tutte persone residenti nel Comune di Baschi e legate in qualche modo direttamente agli uomini della municipale o al Comune", come hanno fatto notare in udienza sia il comandante della Stradale di Orvieto, Stefano Spagnoli che il comandante della polizia giudiziaria della sottosezione, il sovrintendente Massimiliano Bolli, entrambi ieri mattina sul banco dei testimoni.

Sono stati poi il maresciallo della municipale e il titolare della ditta che aveva all'epoca in gestione il servizio presso il Comune di Baschi - entrambi testi della difesa - a deporre in favore dell'imputato. Il maresciallo, in particolare, ha giustificato le mancate multe con una questione di "scrupolo" personale. In sostanza, quando la macchinetta scattava foto ritenute "dubbie" ovvero non compatibili 'a occhio' con la reale velocità del veicolo, l'operatore segnava informalmente su un block notes (le indagini, tuttavia, non hanno trovato traccia di tali appunti) gli estremi di vettura e orario in cui si era verificata la presunta anomalia, evitando successivamente di redigere quel verbale. La polizia contesta, in questo caso, che di fronte ad un sospetto cattivo funzionamento del dispositivo sarebbe necessario sospendere il servizio. "Assolutamente no", è stato risposto. La municipale, infatti, sempre affiancata da un tecnico durante i servizi, avrebbe controllato all'istante la 'macchinetta' e proseguito l'attività.

Sulla fallacità del dispositivo ha fornito lumi il titolare della ditta che aveva in appalto il servizio e noleggiava al Comune l'autovelox. Si tratta del modello Velomatic 512, un modello, si è scoperto in aula, a detta dello stesso titolare della ditta, con diversi talloni d'Achille. E che, in particolari condizioni meteo, può risultare scarsamente affidabile. Il problema però, per l'accusa, è che scarsamente affidabile lo è stato solo con persone di Baschi, 'vicine' in qualche modo ai verbalizzanti.

La prossima udienza è fissata per il 19 giugno.

Pubblicato il: 11/04/2008

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