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Scandalo dei derivati, i comuni si ribellano

Il Comune di Baschi, in particolare, ha sottoscritto contratti per 2,5 milioni di swap. Il Comune contesta le modalità con cui sono stati proposti i contratti

ORVIETO - Scandalo dei derivati, i Comuni si ribellano. Intrappolate in rate che non riescono più a pagare, alcune amministrazioni umbre che hanno sottoscritto contratti per milioni di swap stanno per passare alle vie legali.  E' la cosiddetta azione di 'sminamento' come la definisce la trasmissione televisiva 'Report' che, dopo aver lanciato per prima l'allarme nei mesi scorsi, ieri sera ha raccolto la testimonianza di alcune municipalità del Ternano.  

Il Comune di Baschi, in particolare, ha sottoscritto contratti per 2,5 milioni di swap nel gennaio 2006, con tassi Euribor all'epoca molto vantaggiosi, attorno al 2,90.  Oggi rischia di continuare a pagare fino al 2034 rate semestrali da 13mila euro, finché il tasso Euribor non scenderà sotto quota 3,30.  Il Comune contesta le modalità con cui sono stati proposti i contratti.  "La banca ha mancato di trasparenza, tralasciando di dire molte cose", sostiene la responsabile degli uffici finanziari del Comune di Baschi, Antonietta Dominici. E così proprio all'indomani della trasmissione di Rai3, ormai alcuni mesi fa, l'Amministrazione comunale si è rivolta società veronese di consulenza finanziaria Ifa Consulting, la stessa di Report.

Ma con Baschi si sono mossi anche altri nove Comuni del Ternano: da Guardea a San Gemini, passando per Alviano, Stroncone, Arrone e Narni. Gli analisti finanziari stimano miliardi di perdite derivanti dai rischi a cui si sono esposti Comuni, Province e Regioni sottoscrivendo i contratti derivati. In realtà una stima realistica però non esiste perché il miliardo di perdite registrato dalla Centrale Rischi non considera le operazioni con le banche estere. I Comuni, sottoscrivendo questi contratti, all'inizio hanno risparmiato, ma l'attuale crisi del credito sta facendo schizzare alle stelle il prezzo di questi strumenti e sta aprendo altrettanti e corrispondenti buchi nel loro valore di mercato. Nella 'trappola' sono finiti in tantissimi, dai piccoli Comuni, fino alle grandi municipalità. In molti adesso proveranno tramite le vie legali a sfuggire al 'disastro derivati'.

Pubblicato il: 09/04/2008

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