Accusa un amico di averla violentata

ORVIETO - Un limoncello al bancone del ristorante e poi, a casa di lui, un rapporto sessuale non consenziente. E' all'incirca così che una donna dell'Alto Orvietano, di trentasei anni, racconta la violenza che avrebbe subito, un paio di anni fa, da un amico, suo coetaneo, col quale aveva avuto in passato qualche frequentazione.

Il caso, dopo lunghe indagini, è finito davanti al collegio del tribunale di Orvieto al quale ieri mattina la difesa dell'uomo - P.A.A. le iniziali - ha chiesto una perizia psichiatrica per far luce sulla psicologia della donna. Il legale Andrea Solini si è visto respingere la richiesta e il procedimento tornerà di nuovo di fronte ai giudici il prossimo 29 maggio. Disposta, invece, un'ordinanza per ascoltare un inquirente - un militare dell'Arma - che partecipò all'epoca alle indagini.

Alcuni accertamenti sulla salute mentale della trentaseienne erano già stati disposti dalla procura, nella fase iniziale dell'indagine, prima che tutta la vicenda approdasse nell'aula di tribunale. All'epoca la donna, sebbene con alcune problematiche, risultò capace di intendere e di volere. Il nodo controverso del delicatissimo caso, adesso, sta tutto, dunque, nella volontarietà o meno con cui la trentaseienne sarebbe entrata in casa dell'amico e si sarebbe poi concessa ai suoi desideri. I due erano conoscenti e in passato avevano avuto delle frequentazioni. La donna, tuttavia, nega che il rapporto consumato la sera in questione avesse il suo consenso. Il collegio del tribunale di Orvieto, presieduto da Edoardo Cofano, ha già ascoltato le parti ed è prossimo alla decisione. Cruciale sembra essere, a questo punto, la deposizione del militare che i giudici hanno richiamato in aula, nell'udienza, come detto, del prossimo 29 maggio.