Centrale a biomasse. Un contributo di Gianni Cardinali per capire meglio

La decisione assunta dal Consiglio comunale di Orvieto di costruire una centrale a biomasse ha provocato reazioni vivaci e sono sostanzialmente contrarie sia destra che sinistra.

L'argomento è delicato e deve essere affrontato con consapevolezza, senza ideologismi, per poter compiere anche noi, se sarà rilevato compatibile con tutti i parametri virtuosi previsti per la costruzione della centrale, il nostro ruolo nella produzione improcrastinabile di energia alternativa.

Giriamo ai lettori questo contributo di Gianni Cardinali, che può aiutare ad entrare meglio nel problemA.

A proposito di centrali a biomasse, un esempio interessante è quello di  Tirano, una cittadina compatta di circa 8000 abitanti, in provincia di Sondrio, con due segherie praticamente ai margini della città, con altre  segherie vicine, che ha deciso intelligentemente di usare tutti i  materiali di risulta derivanti dalle piante, per bruciarli e riscaldare  praticamente tutta la città.
La centrale a biomasse, anch'essa accanto alla città, è di 20 MW termici  ed di 1,1 elettrici, quindi per la gran parte produce acqua calda per riscaldare ambienti mediante il teleriscaldamento.
Il caso, confrontato con la nostra situazione è piuttosto emblematico:  nessuno esclude la possibilità che anche l'Orvietano si possa dotare di  una centrale a biomasse che possa produrre energia elettrica, ma occorre  ragionare, calcolare, valutare e poi decidere. A Tirano le condizioni  erano già pronte ed i calcoli sono stati più facili.
Nell'Orvietano le condizioni attualmente non ci sono e vanno  conseguentemente create. Non è semplice, ma già decidere di fare una  centrale molto piccola è un azzardo, figuriamoci se fosse passata quella da 5 o da 10 MW. Allego file pdf illustrativo.