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La spada di Damocle del fallimento della Findelta
sugli 'inquilini' de Il Borgo

Il Borgo in crisi ed il rischio di revocatoria fallimentare. Sono in molti, fra i proprietari, a preoccuparsi di quest'ipotesi

Economia

di Redazione

E’ successo il 18 giugno scorso, di fronte al giudice delegato. Lì si è svolta l’adunanza dei creditori della Findelta Srl, con sede a Roma in via Flaminia 338. Il fallimento della società era stato decretato il 3 aprile scorso. Ma perché un fallimento, uno dei tantissimi che accadono in Italia, dovrebbe interessare Orvieto? Perché la Findelta Srl è la società “storica” proprietaria del Borgo, la struttura semi-fantasma dello scalo. Il luogo in cui doveva sorgere il grande centro commerciale teso alla valorizzazione della frazione di Orvieto è invece risultato essere il più grande flop di animazione economica e di riqualificazione urbanistica che si possa ricordare a memoria d’uomo per Orvieto.
Ma perché questo fallimento e l’assemblea dei creditori radunatisi di fronte al giudice delegato del Tribunale di Roma Pierluigi Baccarini dovrebbe rappresentare un problema per il territorio?
Intanto partiamo da un dato di fatto. La Findelta Srl ha venduto ad una nuova società un pacchetto di circa 100 alloggi. Si tratta quindi di una nuova società che ha preso il nome de “Il Borgo” con cui, nei prossimi giorni, tenteremo di metterci in contatto proprio per avere certezze rispetto al futuro di questa grande zona residenziale e commerciale.

In questi giorni si fa un gran parlare rispetto ad alcune ipotesi che potrebbero portare ad una revocatoria fallimentare nei confronti di chi – parliamo di utenti finali quindi privati o aziende – ha acquistato proprietà all’interno del centro commerciale. Qui è opportuno fare degli esempi rispetto ad eventuali scenari futuri.

1) Se l’acquisizione dell’immobile è avvenuto attraverso la curatela fallimentare non ci possono essere rischi di revocatoria fallimentare. Questo perché ciascun immobile venduto a privati o ad una nuova proprietà (potrebbe essere il caso de la nuova società Il Borgo) è esente da ogni pregiudizio.

2) La situazione sarebbe diversa nel momento in cui una proprietà che oggi è dichiarata fallita, in bonis e a breve distanza dal suo fallimento, fosse riuscita a sistemare una parte del proprio patrimonio in immobili non gravata da pregiudizi, ad una nuova società, magari formata da un quadro societario che in parte vede gli stessi soci della società sull’orlo del fallimento. In questo caso si può evidenziare un atto in frode ai creditori che verrebbero privati della possibilità di fare rivalsa su un bene della società verso cui vantano crediti. A questo punto non solo quella vendita non è giudicata valida, ma anche gli eventuali utenti finali, ovvero chi ha acquistato da questa nuova società una casa o un negozio rischierebbero di restare coinvolti da una revocatoria fallimentare. Il loro nuovo bene sarebbe intaccato dai creditori perché quella vendita non sarebbe valida. E loro sarebbero stati truffati.

Al momento non ci si può altro che chiedere come stiano effettivamente le cose per Il centro commerciale di Orvieto Scalo.

Pubblicato il: 26/06/2003

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