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Un gioco finito male all'origine della morte di Roberto Achilli

L'ipotesi la avanzano i giudici del tribunale dei minori di Perugia nel motivare la sentenza con cui lo scorso 28 novembre assolsero i due ragazzi orvietani accusati di omicidio volontario per la scomparsa del 21enne, nel novembre 2004

ORVIETO - Un gioco finito male all'origine della morte di Roberto Achilli. L'ipotesi la avanzano i giudici del tribunale dei minori di Perugia nel motivare la sentenza con cui lo scorso 28 novembre assolsero i due ragazzi orvietani accusati di omicidio volontario per la scomparsa del 21enne, nel novembre 2004. E' solo una delle tante ipotesi non provate visto che i giudici prosciolgono da ogni accusa i ragazzi per "assenza di indizi univoci", riferisce il legale della famiglia Achilli, Laura Modena che, alla lettura delle motivazioni, depositate in questi giorni, parla di un quadro "confortante". 'Confortante' perché l'ipotesi da sempre sostenuta dalla famiglia, quella dell'omicidio, non è completamente esclusa nella sentenza. Non ci sono, insomma, elementi istruttori decisivi per il suicidio, ma neanche per l'omicidio o per la disgrazia. Anche le problematiche pregresse di Roberto - punto su cui ha insistito la difesa - sono state cassate dai giudici che non le hanno ritenute in grado di inficiare la volontà di Roberto a togliersi la vita. Resta in questo caso l'omicidio o il gioco finito male, ma anche in questo caso non ci sarebbero sufficienti elementi probatori. A favore dei due ragazzi hanno giocato soprattutto due grossi buchi nell'istruttoria: l'assenza di prove di una frequentazione pregressa tra Roberto e gli stessi ragazzi e, altrettanto, l'assenza di prove che i due si trovassero lungo il viale della Confaloniera nell'ora della morte di Roberto, altro dato controverso che i giudici collocano però tra le 4,30 e le 5,30 del mattino. Insomma, ora come non mai pare di nuovo tutto tornare tristemente in gioco e la verità sulla prematura scomparsa del giovane orvietano sembra allontanarsi sempre più. La morte di Roberto Achilli risale al 14 novembre del 2000. Il 21enne, dopo quattro giorni di assenza da casa, venne ritrovato senza vita, nel pomeriggio, ai piedi dell'alto muro che cinge il viale della Confaloniera. L'accaduto venne archiviato come suicidio, salvo poi spuntare l'ipotesi dell'omicidio per le contraddizioni da sempre legate al tragico avvenimento e, poi, soprattutto per delle intercettazioni telefoniche in cui uno dei ragazzi che è successivamente finito sul banco degli imputati si lascia andare a delle ammissioni di colpevolezza per quella morte. Poi tutto è stato ritrattato e le carte in mano ai magistrati non hanno saputo fornire alcuna spiegazione.

Pubblicato il: 05/03/2008

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