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Rivenditore orvietano di telefonini indagato insieme ad altre tre persone

Cento attivazioni di Sim card con un unico cliente, ma per diversi intestatari

ORVIETO - Cento attivazioni di Sim card con un unico cliente, ma per diversi intestatari. La cosa deve essere sembrata un 'vero affare' ad un rivenditore orvietano di telefonini che adesso però si ritrova indagato insieme ad altre tre persone, perché dietro quell'operazione c'era una truffa bella e buona. I fatti sono successi circa un anno e mezzo fa, ma le denunce sono state spiccate in questi giorni, al termine di lunghe indagini dei carabinieri della compagnia di Orvieto. Nei guai sono finiti oltre al rivenditore orvietano - 'incauto' nella più favorevole delle ipotesi - l'amministratore delegato e un membro del cda di una società attiva nella telefonia mobile e fissa, con sede a Roma, e un imprenditore viterbese. La truffa (ma viene contestato anche il reato di falsità in scrittura privata) si è consumata ai danni di 37 ignare persone, originarie delle più disparte località d'Italia. In comune avevano soltanto il fatto di esser stati derubati o aver smarrito un documento di identità. E' a partire, infatti, da questi documenti, 'recuperati' a quanto pare dall'imprenditore viterbese, che l'organizzazione riusciva a mettere a segno le truffe. In sostanza, una volta in possesso dei dati anagrafici di un bel pacchetto di persone, i rappresentanti della società si presentavano al rivenditore con i contratti compilati e i documenti fotografati e provvedevano, in questo modo, all'attivazione delle card Wind. Almeno così è successo ad Orvieto, con 100 sim attivate in un solo colpo. Ma il giochetto è possibile sia stato replicato in altre occasioni. E in questo senso sono in corso indagini. Lo scopo? La società romana, una s.rl., in questo modo, sfruttava i minuti di conversazione gratuiti che Wind offriva all'epoca con l'attivazione delle sim, per poi rivendere il traffico ad operatori nazionali di telefonia fissa che si rivolgevano a questa società per acquistare ad un costo più basso delle normali interconnessioni. A scoperchiare la pentola è stato uno degli ignari intestatari delle Sim, un signore di Ladispoli che, un giorno, ha chiamato la compagna telefonica per un banale problema con il proprio telefonino e, per puro caso, ha scoperto, tramite l'operatore, di avere non uno - come pensava - ma tre numeri Wind. Di lì i carabinieri sono risaliti alla maxi attivazione e, sentiti tutti gli interessati, ad uno ad uno, si è composto sempre più chiaramente il puzzle della truffa.

Pubblicato il: 05/03/2008

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