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Un polo tecnologico nell'ex caserma Piave

La Confcommercio illustra il proprio progetto di utilizzazione del casermone. Al posto dei soldati centri espositivi e congressuali e studi televisivi

Politica

di Simona Coccimiglio

Un polo tecnologico, ecco che cosa dovrebbe diventare la Caserma Piave nei piani della Confcommercio di Orvieto.
Il progetto che non è appannaggio esclusivo dell’Associazione ma affonda le sue radici nel nord Europa, nasce dalla possibilità di fondere sinergicamente l’attività di più soggetti, - università, imprenditoria, ente pubblico - ognuno dei quali ricoprirà specifici ruoli.
L’università potrà essere di supporto ad un’attività di formazione del personale, l’ente si preoccuperà di trovare finanziamenti agevolati presso Comuni e Regioni, gli industriali forniranno l’aiuto necessario nelle procedure di certificazione dei prodotti presso le associazioni di categoria.
La Caserma Piave con i suoi 52000 mq, in base a quanto si legge nell’ipotesi di progetto presentata dalla Confcommercio, potrebbe diventare "un polo tecnologico integrato con un centro polifunzionale per attività fieristiche, congressuali, espositive localizzando in quest’area ampie zone di lavoro, per le diverse attività imprenditoriali, con le esigenze e gli spazi che necessitano".
Nel progetto emerge che la Caserma potrebbe trasformarsi in una struttura capace di ospitare migliaia di persone provenienti da zone diverse per sostenere esami di stato, concorsi pubblici o privati, disponendo anche di mense o altre strutture interne.
Altri spazi potrebbero ospitare studi televisivi o cinematografici in linea con altre soluzioni, sperimentate altrove negli ultimi due anni, di piccole "cinecittà" in cui, "oltre a svolgere attività televisiva e cinematografica" si producono spot, clip musicali offrendo a registi, produttori e sceneggiatori ambientazioni al di fuori degli studios tradizionali e si favorisce un’economia molto promettente.
La Confcommercio, presentando tale progetto, auspica un dialogo in cui tutte le forze politiche siano interlocutrici, un dialogo che garantisca il pluralismo politico ma in cui sia data voce anche alle esigenze dei cittadini.

Pubblicato il: 26/06/2003

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