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Legambiente, emergenza acqua

Approfondimento

ROMA - La Giornata mondiale dell'Ambiente quest'anno è dedicata all'acqua. Una giornata per riflettere sul cosiddetto oro blu, una risorsa che diventa ogni giorno più rara per la rovinosa gestione umana, causa di molti conflitti nel mondo: dodici guerre sono in corso per il controllo dell'acqua. Ma senza allontanarsi troppo, l'emergenza idrica è anche in Italia è un tema scottante, e non solo d'estate: nel Mezzogiorno sette persone su dieci spesso aprono il rubinetto a vuoto; 200 mila chilometri di acquedotti groviera perdono lungo la penisola 27 litri ogni 100 per falle della rete o a causa dei furti e degli allacciamenti abusivi.

Sono solo alcuni dei dati raccolti in un voluminoso dossier realizzato da Legambiente "H2zero, l'acqua negata in Italia e nel mondo", che analizza in particolare i problemi idrici della penisola, da nord a sud. Per promuovere un uso corretto dell'acqua, Legambiente ha organizzato diverse iniziative. La prima coinvolge le Province italiane che oggi organizzeranno riunioni di Consiglio aperte ai cittadini, agli ambientalisti e agli esperti di settore per tentare di trovare soluzioni a una gestione del patrimonio idrico definita "sbagliata". Domenica 8 giugno sarà invece la volta dell'Acqua Day con appuntamenti nelle piazze per inviatre a un uso accorto, al risparmio e a una corretta gestione dell'acqua.

Il messaggio di Ciampi.
Nella Giornata mondiale dell'Ambiente (4 giugno) un segnale di attenzione è arrivato anche dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che ha inviato a Lorenzo Ria, Presidente dell'Unione delle province italiane, e al presidente di Legambiente, Ermete Realacci, un messaggio in cui sottolinea che "la gestione sostenibile delle risorse idriche rappresenta una delle più importanti sfide che la comunità internazionale sarà chiamata ad affrontare nel prossimo futuro".

L'emergenza idrica, ammonisce Ciampi, "è un tema attuale e ben noto anche in Italia: la nostra è una nazione naturalmente ricca di acqua; tuttavia, fenomeni come la sempre maggiore scarsità e irregolarità delle precipitazioni, la dispersione lungo le reti di distribuzione, l'inquinamento delle falde, impediscono ormai a quasi un sesto della popolazione di raggiungere il fabbisogno idrico minimo durante i mesi estivi".

Il dossier. Il messaggio del presidente fa riferimento ai punti centrali del dossier di Legambiente sull'acqua negata. "Rubinetti a secco e piogge incessanti" si legge nell'introduzione, "acquedotti colabrodo e sprechi quotidiani sono argomenti ricorrenti sulle prime pagine dei giornali e disegnano la fotografia di un paese ricco d'acqua, ma solo in teoria". Inizia quindi un viaggio tra dighe fantasma, miliardi sprecati, privatizzazioni pericolose, idromafie e malagestione. Il tutto inserito nella campagna "Clima e povertà" perché, sottolinea Legambiente, "C'è un nesso inscindibile tra inquinaemento, miseria e siccità".

Più drammatica la situazione nel Mezzogiorno dove il 70,3% della popolazione convive ogni estate con interruzioni nell'erogazione dell'acqua. Per l'associazione ambientalista le cause sono da ricercare in un "dissennato uso delle risorse. Solo il 19% dell'acqua buona, da bere, va agli usi idropotabili; gli impianti per la produzione di energia ne assorbono inutilmente il 14%, le industrie un altro 19%", "e l'agricoltura addirittura il 48%. A questo dato vanno aggiunti gli sprechi d'acqua e di denaro".

Anche dal settentrione arriva qualche campanello d'allarme per i cambiamenti climatici che provocano carenza d'acqua al Po, Ticino, Oglio, Adige e Brenta, e ai laghi di Idro e Iseo. Il dossier dedica poi diverse pagine agli investimenti per opere inutili, mai entrate in funzione, o gravemente inquinanti per le falde acquifere, come la diga sul Metramo, sulle montagne dell'Aspromonte, altre dighe fantasma in Calabria.

E l'elenco prosegue, con una lunga serie di "buchi nell'acqua" come la svendita delle dighe liguri, la discutibile privatizzazione dell'acquedotto pugliese, i lavori Tav tra Bologna e Firenze che minacciano le falde appenniniche, il traforo del Gran Sasso che ha causato il drenaggio del più grande serbatoio idrico della regione, e il bis (anzi il ter) dell'ipotizzato terzo traforo. E poi ancora dighe fantasma in Calabria, dighe mai portate a termine in Sicilia, dighe impattanti sul territorio.

Pubblicato il: 24/06/2003

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