Alcune considerazioni dopo la visita alla discarica. Di Giancarlo Imbastoni

Ieri abbiamo visitato in forma ufficiale l'impianto delle Crete, oltre alla( mai troppo nota )tecnica di lavorazione dei rifiuti, che li fa quasi sparire ai nostri occhi e riduce al minimo la puzza, a cui va doverosamente dato atto alla SAO dell' l'enorme differenza in positivo che esiste con altre discariche.(provare per credere).

Dissento invece dalle trionfali versioni che circolano e circoleranno sulla visita di ieri;

mi dissocio dalle operazioni di estetica che nasconde, dietro un impianto obiettivamente moderno,

lacune che oggettivamente RIMANGONO.

E qui riparto coll'ormai tradizionale "MANTRA dei controlli", infatti, niente è più concreto DELLA FRAGILITA' del sistema ispettivo che ruota intorno al ciclo dei rifiuti in tutta Italia, non solo ad Orvieto sia chiaro.

Se questo solleva da responsabilità dirette la SAO/ACEA, non dobbiamo essere tranquilli come Amministratori e come Cittadini, perché  la discarica STA ad Orvieto.

Ieri è emerso che mentre la proprietà ottempera a tutti gli obblighi, non esiste monitoraggio della falda, ESTERNO alla discarica, ovvero detto in parole povere nessuno raccoglie periodicamente campioni d'acqua sul Paglia o nei pozzi delle case intorno.

Questo elemento era emerso anche nell'ultimo Consiglio comunale sui rifiuti dell'autunno scorso, quando il dottor Rossi dell'ARPA di Terni, disse che i suoi uffici monitoravano le polveri e l'aria intorno all'impianto, non l'acqua.

Se po' dì questo?

Aggiungo che il  poderoso strato di argilla di oltre 200 metri  che esiste sotto il calanco ha sempre reso superfluo qualsiasi telo di impermealizzazione  che invece è importantissimo negli altri siti.

Riepiloghiamo: forti delle risultanze tecniche,( che hanno un valore per carità,) alle Crete attualmente non c'è né telo né controllo periodico esterno tanto sarebbe superfluo.

Non è strano questo?non è una lacuna da colmare?

In attesa di risposte,vi saluto.