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Troppi cinghiali, aumentano i danni all'agricoltura

In aumento le domande degli agricoltori, così come le spese sostenute dalla Provincia. L'assessore alla Caccia parla di fruttuosa collaborazione con il mondo venatorio

 "Le spese sostenute dalla Provincia di Terni per i risarcimenti relativi ai danni alle colture agricole, provocati dalla fauna selvatica, ed in particolare dai cinghiali, sono aumentate del 30%, gravando in maniera ormai difficilmente sostenibile sui bilanci dell'Amministrazione provinciale". Lo ha affermato stamattina l'assessore provinciale alla Caccia, Gianni Pelini, che ha chiesto alla Regione un'accelerazione dell'iter già avviato riguardante la legge regionale 23/96, aumentando così lo stanziamento di risorse a favore delle Province per far fronte alla sempre crescente richiesta proveniente dal mondo agricolo. "Purtroppo - ha reso noto Pelini - le stime dell'anno scorso sulla numerosità dei cinghiali rispetto al territorio agro-silvo-pastorale (circa 40.000) non solo sono state confermate, ma vanno corrette al rialzo. Lo confermano gli aumenti di oltre il 30% degli abbattimenti da parte delle squadre e delle denunce di risarcimento presentate dagli agricoltori. Il problema - ha osservato poi l'assessore - non riguarda più soltanto le colture agricole, ma anche aree civili come giardini, recinzioni, impianti sportivi e tartuficoli". Pelini ha poi sottolineato la stretta collaborazione con il mondo venatorio. "Unitamente all'Atc n. 3 - ha informato - abbiamo integralmente applicato il regolamento regionale n. 34, assegnando i settori e i distretti a tutte le squadre iscritte nel registro dell'Atc, fiduciosi che attraverso queste misure si otterranno risultati positivi, tenendo conto anche del pieno coinvolgimento delle squadre nelle attività di gestione". Sul versante delle aree protette l'assessore ha poi chiarito: "sulla base della delibera di Giunta, l'Amministrazione provinciale ha intensificato le azioni di controllo e contenimento delle specie critiche, responsabilizzando tutti i cacciatori abilitati sia alla caccia di selezione che a quella della 'girata', coinvolgendo nelle attività anche la Polizia locale e guardie volontarie. Tutte queste misure sono finalizzate al controllo continuo di quelle zone che costituiscono serbatoi naturali per gli animali selvatici e su questo versante ci aspettiamo una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei cacciatori, fornendo inoltre una risposta adeguata al mondo agricolo ma anche a quei cittadini, sempre più numerosi, che sono preoccupati per l'aumento degli incidenti dovuti al transito di fauna selvatica lungo le strade del territorio provinciale". 

Pubblicato il: 14/02/2008

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