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C'è movimento nel PD

I "votanti per le Primarie del PD" firmano un documento per "richiamare la classe dirigente che sarà scelta a governare il PD ad impegnarsi per quel rimescolamento di idee, culture, capacità e anche di facce che, a buon diritto,  gli elettori e i sostenitori del partito attendono". E c'è anche un blog per intervenire

foto di copertina

C'è movimento nel PD in vista dell'elezione degli organismi locali del partito di Veltroni.

A gennaio un gruppo di "votanti per le Primarie del PD"  avviò un dibattito che potesse contribuire a chiarire il percorso di formazione del partito anche nell'Orvietano e organizzò un seminario titolato "Via al PD Viva il PD.".

L'iniziativa non fu gradita dalla nomenclatura esistente di ex DS e ex Margherita, che la videro come un'azione di disturbo dei manovratori.
I sottoscrittori del documento affermano di voler "richiamare la classe dirigente che sarà scelta a governare il PD ad impegnarsi per quel rimescolamento di idee, culture, capacità e anche di facce che, a buon diritto,  gli elettori e i sostenitori del partito attendono".

E' stato aperto anche un blog all'indirizzo http://www.vivailpd.ilcannocchiale.it/ per sottoscrivere il documento e offrire contributi al dibattito  in questa fase di costruzione del Partito democratico.

 

Segue il documento integrale.

 

Via al PD Viva il PD.

Con questo "slogan" noi votanti delle Primarie del PD abbiamo organizzato il 12 gennaio un incontro per confrontarci con quanti intendevano percorrere la strada della costruzione  di un nuovo partito.

In quella occasione abbiamo acquisito contributi da offrire a chi vorrà proporsi per essere classe dirigente e la sintesi di quel dibattito la affidiamo a chi vorrà utilizzarla.


Le primarie del 14 ottobre hanno consegnato al patrimonio politico del nostro paese un grande investimento di partecipazione e di voglia di innovazione che il PD, anche nel nostro territorio, è chiamato a valorizzare.

È fondamentale, per rispondere a queste esigenze, far sì che tutte le risorse, culturali, politiche, sociali, imprenditoriali vengano coinvolte ed è imprescindibile allargare un gruppo politico che, in alcune occasioni,  è sembrato contrarsi anziché estendersi.

Sentiamo il dovere di richiamare la classe dirigente che sarà scelta a governare il PD ad impegnarsi per quel rimescolamento di idee, culture, capacità e anche di facce che, a buon diritto,  gli elettori e i sostenitori del partito attendono.

Vogliamo una formazione politica che abbia la capacità di far circolare idee e sappia fare del confronto e delle differenze un arricchimento e non un motivo di lotta e di divisione.

Serve un partito che sappia imporre metodi nuovi, risvegliare le coscienze, valorizzare le positive esperienze che il nostro territorio offre, proporsi come motore e guida per la costruzione del futuro.

Vogliamo un partito che si riappropri delle funzioni e dei compiti che gli spettano, di elaborazione di idee, mediazione delle differenze, formazione politica, costruzione di processi politici. Compiti e funzioni che dovranno essere ben differenziati da quelli in capo alle istituzioni e alle amministrazioni.

E' necessario affermare, all'interno del partito, alcuni principi fondamentali che prevedano:

1)      democrazia nelle scelte e nelle decisioni.

2)      utilizzazione dello strumento delle primarie per la scelta delle candidature ad ogni livello, sia partitico sia istituzionale. A cominciare dalle candidature per le elezioni del 13 aprile.

3)      distribuzione diffusa degli incarichi e allargamento della classe dirigente.

4)      promozione della politica come servizio e non come professione.

5)      eliminazione dei conflitti di interesse ad ogni livello.

 

Vogliamo un partito che permetta ai cittadini di riappropriarsi della politica e che sappia risolvere i problemi, spesso difficili, attraverso il contributo il più ampio possibile della gente.

Anche nel nostro territorio sono presenti incertezza e carenze strutturali e occorre quindi continuare a lavorare per costruire un nuovo modello di sviluppo che guardi all'Orvietano con prospettiva di qualche decennio e  concepisca tutte le comunità in modo unitario.

Il territorio orvietano oggi registra il tasso di occupazione più basso della regione, causa decisiva un invecchiamento della popolazione ben sopra la media, e un'insufficiente opportunità di lavoro.

La chiusura nell'ultimo anno di 84 unità imprenditoriali, la crisi del settore agricolo e il rafforzamento del settore delle costruzioni e dell'attività estrattiva deve farci riflettere su quali sono, oggi, i punti di forza della nostra economia e capire quali attività dovranno essere incentivate per sostenere un nuovo modello economico.

Siamo consapevoli che queste attività rappresentano oggi una importante opportunità di lavoro, ma dobbiamo prendere coscienza che nel prossimo futuro dovranno essere sviluppati altre settori per affermare un idea di sviluppo più sostenibile e più attenta alle caratteristiche e alle peculiarità a cui sono vocati i nostri paesi.

È necessario affrontare con forza il problema del lavoro, la cui mancanza è causa di impoverimento culturale e di allontanamento di giovani risorse, con la naturale conseguenza di un aumento dell'invecchiamento.

Offrire lavoro ai giovani e valorizzare gli anziani, attraverso decise politiche economiche e sociali, è l'obiettivo più urgente.

L'integrazione della scuola nel tessuto del nostro territorio e la sua capacità di riflettere i progetti di sviluppo individuati dalle comunità locali potranno garantire ai giovani la formazione più professionale, produttiva e coerente con il proprio ambiente. Orvieto città di cultura e Orvieto città della conoscenza debbono essere proposte come aspetto irrinunciabile della personalità delle comunità dell'Orvietano.

Occorre fermare il processo di marginalizzazione del territorio orvietano e rimetterci al centro di un àmbito molto più vasto, regionale e interregionale. Questo sarà possibile soltanto con una classe dirigente e un partito forti, capaci di  costruire linee di progresso chiare e in grado di coinvolgere tutte le forze sociali, imprenditoriali, associative e di valorizzare scelte positive già concretizzate.

Padoin Fidenzio
Sargenti Sandra
Pozzuoli Luca
Vergari FaustoLongaroni Daniele
Germani Giuseppe
Scopetti Andrea
Freddi Dante
Belcapo Donatella

 

 

Pubblicato il: 14/02/2008

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