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Mini Blob testuale dell'undici febbraio duemilaotto

"E anche considerando che uno dei grossi mali delle comunità di profonda provincia, come la nostra, sia la seriosità (ben diversa dalla serietà!!!!), ovvero la mancanza di ironia, che sfocia immancabilmente nell'arroganza permalosa di chi non riesce più a mettersi in gioco"

foto di copertina

di Marco Sciarra

Avete presente la mitica trasmissione di RaiTre dal titolo emblematico «Blob»?

Ha fatto epoca il suo mix irriverente di spezzoni di televisione alta e trash, aulica e kitsch.

E allora, in questo freddo (?) inverno di provincia, in questo 11 febbraio in cui una consistente fetta del mio parentado compie gli anni, perché non provare a farne una versione scritta?

Un'accozzaglia, senza troppo senso, di ricorrenze e considerazioni ispirate alla data di uscita di questo articoletto: l'11 febbraio 2008.

Proviamoci, in fondo poco ci costa

 11 febbraio: la Chiesa cattolica ricorda Nostra Signora di Lourdes, nella memoria della prima apparizione a Santa Bernadette, in cui la vergine in persona convalidò il dogma dell'immacolata concezione, proclamato quattro anni prima da Papa Pio IX.

 11 febbraio: il Comune di Orvieto ricorda che entrano in funzione in questa storica giornata i varchi elettronici, dopo manco un anno dall'ingresso dello stesso Comune nel Centro Multimediale di Terni, azienda provinciale a totale partecipazione pubblica.

 11 febbraio: gli storici commemorano l'anniversario del passaggio del fiume Rubicone da parte di Caio Giulio Cesare, recitando le celebri parole «Alea iacta est», ovvero «il dado è tratto».

11 febbraio: pare confermata, dopo un paio di fine settimana politicizzatissimi, l'intenzione di Veltroni di far correre da solo il Partito Democratico; quello italiano, beninteso, non quello delle primarie statunitensi.

11 febbraio: la Chiesa Anglicana celebra l'anniversario del riconoscimento di Enrico VIII come suo capo supremo, dopo lo scisma iniziato con il rifiuto, da parte di Clemente VII, di accogliere le istanze del re presentategli dai sui ambasciatori nelle stanze del palazzo papale di Orvieto.

11 febbraio: la Repubblica Italiana festeggia l'anniversario della firma, da parte del cardinale Pietro Gasparri e di Benito Mussolini, dei Patti Lateranensi tra Vaticano e Regno d'Italia.

11 febbraio: a Terni, nell'ambito delle manifestazioni Valentiniane, è programmato già da un paio di mesi, all'auditorium Gazzoli, un convegno su «Sicurezza e qualità del lavoro» con la partecipazione dell'Onorevole Livia Turco, (ex) ministro della Salute.

 11 febbraio: la comunità locale si stringe attorno alla famiglia Cignelli, dopo che l'esplosione del loro magazzino di fuochi d'artificio si è portata via, cinque giorni fa, quattro vite e una consistente fetta dell'immaginario orvietano legato agli spettacoli pirotecnici messi in piedi da quella storica azienda.

11 febbraio: il mondo della cultura ricorda il trentennale della messa all'indice, in Cina, delle opere di Shakespeare, Aristotele e Charles Dickens, la cui lettura è stata proibita in tutta la nazione.

11 febbraio: i buongustai ricordano il compleanno della "spogliarellista di poesie" Marta Gomes, volto (e non solo) noto della popolare trasmissione «Markette».

11 febbraio: nella mia prima uscita dopo l'articolo sul fascismo nel 2008, vorrei ringraziare Fabrizio che mi ha fatto notare come ora, a solo qualche giorno dalla mia segnalazione fatta ai responsabili della versione italiana di Wikipedia, sia stata aggiunta una definizione (seppur provvisoria) di "fascismo".

 11 febbraio: il mondo finanziario italiano ricorda il quarto anniversario dell'arresto dell'imprenditore Sergio Cagnotti per il crac della Cirio.

11 febbraio: gli orvietani ricordano l'arrivo, 809 anni fa, di San Pietro Parenzo, podestà e martire, il cui scopo era quello di combattere l'eresia catara (o patarina), e il cui primo provvedimento fu di proibire, con l'appoggio di Papa Innocenzo III, i festeggiamenti e i giochi del violento e spesso sanguinoso carnevale orvietano.

11 febbraio: a meno di una settimana dalla fine del fulmineo carnevale 2008 e superata già la prima domenica di quaresima, colpisce una certa latente vitalità del carnevale orvietano, con i gruppi mascherati di Sferracavallo e con le feste a Palazzo del Popolo. Il dato più significativo è stata la presenza di adulti mascherati al di fuori dei soliti veglioni; ce n'erano infatti sui carri di Sferracavallo, nella sfilata dei bimbi della materna Regina Margherita, alla recita del nido di Orvieto e alla festa di martedì grasso organizzata dai genitori dei bambini delle elementari. Ed erano (eravamo) mascherati per la voglia di farlo più che per l'ostentazione di costumi lussuosi: spesso erano travestimenti rimediati o fatti in casa con materiali poveri, ma proprio per questo ancora più belli e divertenti. È un ottimo segno: è un indicatore, anche se piuttosto parziale e indiretto, di una comunità che vuole divertirsi e che sa mettersi in gioco, non tanto e non solo per dimenticare le asperità della vita di tutti i giorni, ma quanto per far festa coi propri figli e senza la paura di sembrare ridicoli (dovevate vedere stimati professionisti-papà esibirsi nei panni delle danzerine sorellastre di Cenerentola al nido Arcobaleno o le maestre della materna trasformate nella "Gnu Orleanze Gezze Benne"!!!).  È un inizio, ottimo, da cui cominciare a lavorare, noncuranti dei divieti di San Pietro Parenzo ormai caduti in proscrizione, per dare, almeno una volta l'anno, una scrollata al coma vigile della nostra Orvieto, e per farlo da dentro. Bravi a tutti quelli che hanno collaborato e grazie a chi ha organizzato. E ora al lavoro per il carnevale 2009, e chi se ne frega se non viene come quello di Viareggio o di Rio, per una volta non pensiamo a portare turisti, ma a divertirci tra noi. Sarebbe una svolta epocale, specie dopo l'estinzione, negli anni passati, delle sfilate delle parrocchie. E anche considerando che uno dei grossi mali delle comunità di profonda provincia, come la nostra, sia la seriosità (ben diversa dalla serietà!!!!), ovvero la mancanza di ironia, che sfocia immancabilmente nell'arroganza permalosa di chi non riesce più a mettersi in gioco.

Pubblicato il: 11/02/2008

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