Aria di crisi alla Finpresto di Fabro

FABRO - Aria di crisi alla Finpresto di Fabro.  I dipendenti - una quindicina, senza contare le collaborazioni a progetto - da alcuni mesi ricevono gli stipendi con forti ritardi.  Mese di dicembre e tredicesima sembra si stiano ancora facendo attendere, mentre, in prossimità delle festività natalizie, sarebbero state liquidate le mensilità di ottobre e novembre.  I lavoratori lamentano un forte senso di abbandono, in una fase in cui lo stabilimento dell'area artigianale di Borgosole, società finanziaria della holding Web money card - Uk, sembra stia attraversando un delicato passaggio societario.  Il sindacato della Cgil di Orvieto conferma la difficoltà del momento.  Ma qualcosa, intanto, si sta muovendo.  La questione, tanto per cominciare, sarà portata oggi all'attenzione dell'ufficio provinciale del lavoro, in cerca di una soluzione per tutelare, soprattutto, l'interesse dei lavoratori.  

La Finpresto Spa (direttore generale era all'epoca il dottor Giuseppe Izzo) si presentò a Fabro nel maggio di tre anni fa, con un progetto che prometteva faville per il territorio.  Subito sessantacinque nuovi posti di lavoro e un piano di implementazione del personale che prevedeva di arrivare, in diciotto mesi, a duecentoquaranta dipendenti.  I dirigenti assicuravano tre milioni e mezzo di euro di investimento che sarebbero diventati cinque nell'anno successivo.  Con l'insediamento della società si era fatto, insomma, il primo importante passo verso la creazione di una autentica filiera integrata dell'elettronica nell'area artigianale di Fabro. Questa almeno era la scommessa.  Una scommessa destinata ad inciampare presto, però, prima con i ritardi nella partenza dei corsi di formazione del personale, poi con un progetto di connettività urbana a banda larga senza fili che non decollò mai.  Ora le difficoltà dei dipendenti.

Nella foto, il giorno dell'inaugurazione dell'attività Finpresto di Fabro