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Orvieto. Dieci medici alla sbarra per il caso di presunta mala sanità

Il fatto è del 2003. Vittima una giovane donna orvietana e imputati 4chirurghi e 6 ginecologi. Il processo è stato diviso in due tronconi, a seconda delle professionalità e delle presunte conseguenti responsabilità

ORVIETO - Dieci medici alla sbarra per il caso di presunta mala sanità che ha visto come vittima una giovane donna orvietana sofferente per delle semplici cisti ovariche, ma uscita dall'ospedale con una sospetta perforazione dell'utero.

Il processo, anzi i processi si sono aperti ieri mattina presso l'aula penale del tribunale di Orvieto. La vicenda giudiziaria è stata spezzata, infatti, in due tronconi con, da una parte, 6 ginecologi per imputati e dall'altra 4 chirurghi. Dieci professionisti in tutto, all'epoca dei fatti (era il 2003) in servizio presso il "Santa Maria della Stella" di Orvieto. Ieri mattina in aula sono sfilati i testi dell'accusa contro i chirurghi (difesi dai legali Vincenti e Guariglia), mentre il processo a carico dei ginecologi (difesi dagli avvocati Morcella e Finetti) è stato rinviato a marzo. Il giudice ha, infatti, accolto la richiesta di una perizia dibattimentale medico chirurgica avanzata dalla difesa. Per il processo contro i ginecologi se ne riparlerà, invece, a luglio.

La vicenda giudiziaria vede al centro la travagliata esperienza sanitaria di una giovane donna orvietana che, ormai cinque anni fa, era ricorsa al reparto di Ginecologia del Santa Maria della Stella per effettuare un raschiamento, al termine del quale accusò però dei forti dolori addominali.  Dopo due giorni dalle dimissioni avrebbe subito un nuovo ricovero con i medici che la sottoposero ad un intervento in anestesia totale per eliminare l'infezione che nel frattempo si era creata all'utero. I medici, secondo quanto emerso, ipotizzarono che potesse trattarsi di dolori legati ad un'occlusione intestinale, tanto che alla ragazza sarebbero stati somministrati dei lassativi.

Alla fine, quando i dolori non accennavano a diminuire, era stata richiesta la consulenza della Chirurgia. Al termine dell'intervento si sarebbe reso necessario anche un ricovero in terapia intensiva per una seconda operazione, nel corso della quale alla donna sarebbe stata riscontrata un'infezione intestinale e addirittura una sospetta perforazione dell'utero.

Pubblicato il: 19/01/2008

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