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E' finito il mandato per l'attuale gestione dell'Opera del Duomo

ministero non ha ancora sciolto le riserve sulle nuove nomine.  Il periodo di "prorogatio" potrebbe durare anche dei mesi, sebbene, per la quadratura del cerchio, sembra ormai questione davvero di poco

di Stefania Tomba

ORVIETO - Scatta oggi la fine del mandato per l'attuale gestione dell'Opera del Duomo.  I fabbricieri, nominati ufficialmente dal Viminale il 18 gennaio 2005, decadono in data odierna allo scadere dei tre anni di mandato, mentre il ministero non ha ancora sciolto le riserve sulle nuove nomine.  Il periodo di "prorogatio" potrebbe durare anche dei mesi, sebbene, per la quadratura del cerchio, sembra ormai questione davvero di poco.  Non pare destinata ad essere messa in discussione, infatti, la presidenza dell'avvocato Francesco Venturi che ha convocato, in questi giorni, l'ultimo cda del mandato.  Insieme al presidente, dovrebbero restare in carica anche Cesare Perali e l'ingegner Stefano Stramaccioni.  

Ma, contrariamente a quanto ipotizzato a lungo, sembra intenzionato a rimanere anche l'archeologo e assessore in Comune, Giuseppe Maria Della Fina.  Così, da sostituire sarebbero tre soli fabbricieri. Don Ruggerio Iorio, per il cui posto è forse pronto un altro sacerdote, Daniele Di Loreto e Massimo De Caro.  E' dato come probabile, al loro posto, l'ingresso di Alessandro Attioli, funzionario Cassa di Risparmio e di un esponente azzurro del comprensorio, la cui identità è non meglio specificata.  A restare fuori dai giochi un'altra volta, sembra sia destinato il professor Mario Morcellini, preside della facoltà di Scienze della Comunicazione de "La Sapienza", la cui nomina avrebbe messo in discussione la conferma dell'attuale presidenza.  

Il Viminale non dovrebbe, comunque, metterci molto a rendere ufficiali i nomi.  Anche se, con l'ultimo rinnovo del consiglio d'amministrazione, - la "prorogatio", salvo poi gli incidenti di percorso che caratterizzarono l'insediamento del nuovo consiglio - arrivò a circa quattro mesi.  Poi ci fu, appunto, l'imbarazzante parentesi delle resistenze dell'ex presidente Aldo Mattioni a convocare il cda, al punto che si dovette ricorrere alla prefettura e alla nomina di un commissario ad acta.  

Ma dalle difficoltà si impara sempre qualcosa.  E allora ecco alcune delle modifiche che l'Opera ha approvato nel consiglio che si è tenuto nel pomeriggio della Vigilia di Natale, dopo il sì del Ministero (le proposte erano state inviate al Viminale mesi or sono).  Primo: nel caso in cui il presidente tardi a convocare il consiglio può farlo il consigliere anziano.  Secondo: l'eleggibilità è estesa da Orvieto (motivo di polemica la scorsa volta per la nomina di Daniele Di Loreto, originario di Allerona) ai 12 Comuni del Comprensorio. Da notare non alla diocesi, ma al comprensorio. Il che esclude, tanto per fare un esempio, fabbricieri che provengano da Bolsena, ipotesi che pure era circolata. Il presidente sull'argomento aveva minimizzato parlando di "modifiche puramente formali che nulla hanno a che vedere con le nomine".

Pubblicato il: 18/01/2008

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