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Umbria.''Sì al tavolo tecnico, ma forti problemi ad accogliere i rifiuti'

E questo, in virtù della solidarietà già espressa tra il 2002 e il 2004 e in virtù delle pendenze giudiziarie ed economiche che ne sono seguite e che sono tuttora irrisolte. Ma non si parla di "preclusione totale"

di Stefania Tomba

ORVIETO - "Sì al tavolo tecnico, ma forti problemi ad accogliere i rifiuti". E' tramite una nota della tarda serata di ieri che il governatore dell'Umbria, Maria Rita Lorenzetti e l'assessore all'Ambiente, Lamberto Bottini riferiscono di quanto rappresentato, nel pomeriggio, al presidente Prodi nel vertice, a palazzo Chigi, Governo Regioni per l'emergenza campana.

L'Umbria parteciperà al tavolo tecnico che dovrà definire i dettagli operativi dell'intervento delle Regioni, ma parla di "difficoltà a ricevere rifiuti dalla Campania". E questo, in virtù della solidarietà già espressa tra il 2002 e il 2004 e in virtù delle pendenze giudiziarie ed economiche che ne sono seguite e che sono tuttora irrisolte.

"Elementi che aggiunti alla capacità residua delle discariche umbre e al fermo del termovalorizzatore dell'Asm di Terni - dicono gli amministratori umbri - consigliano una particolare attenzione ai quantitativi di rifiuti da depositare in discarica".

Per il sito de "Le Crete" di Orvieto, insomma, non è detta l'ultima. Si parla di "difficoltà", infatti, non di una totale preclusione, come si diceva ieri e come è stato, invece, per altre Regioni, come la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e la Liguria. Per il resto è tutto da vedere, insomma, con l'unica disponibilità immediata che è arrivata dalla Sardegna.  

Nuova, decisiva, udienza intanto il prossimo 24 gennaio nel processo contro i 10 indagati (l'undicesima posizione, quella dell'ex sub commissario di Governo, Giulio Facchi è stata stralciata dal fascicolo alla prima udienza) coinvolti nell'inchiesta del 2004 su "Le Crete".  

I giudici saranno chiamati a decidere sull'incompetenza territoriale sollevata dai legali difensori ieri mattina in aula. Come in sede preliminare (l'eccezione è stata poi rigettata), gli avvocati hanno chiesto il trasferimento del processo a Perugia, tirando in ballo gli "iniziali" reati di falso ed abuso d'ufficio che si sarebbero consumati nel capoluogo umbro e da cui avrebbe tratto origine "cronologicamente" l'inchiesta. Da vedere ora se i magistrati del collegio, presieduto da Edoardo Cofano, si pronunceranno a favore della difesa. Lo si saprà nell'udienza fissata per il prossimo 24 gennaio, appunto, dopo che avranno preso la parola anche il legale Cerquetti, difensore di Roberto Piermatti, che non era presente ieri in aula, il pm e la parte civile. Se il fascicolo dovesse spostarsi a Perugia, il processo dovrebbe essere incardinato dall'inizio. Con il rischio prescrizione sempre più incombente. Diversamente, nulla osterebbe al via libera per l'istruttoria che si annuncia molto combattutaa.

Tra i teste già ammessi dai giudici figurano una decina di personalità, alcune delle quali assolutamente eccellenti: da Silvio Berlusconi, all'epoca dei fatti presidente del Consiglio, al presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, passando per il governatore dell'Umbria, Maria Rita Lorenzetti e l'allora capo dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, divenuto poi nel settembre 2006, anche il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania.  

Pubblicato il: 10/01/2008

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