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UJW. Le ragioni dei commercianti

Il presidente i Confcommercio Giuseppe Santi ringrazia tutti per la riuscita della manifestazione ma lamenta il totale distacco tra gli organizzatori e il tessuto associativo locale

di Giuseppe Santi, presidente Confcommercio

Ogni anno di questi tempi, assistiamo alle solite polemiche legate alla presunta passività dei commercianti rispetto all'importanza di Umbria Jazz e alle tesi secondo cui gli operatori e le aziende non saprebbero stare al passo della portata dell'avvenimento.

Detto che ci complimentiamo con il direttore artistico Carlo Pagnotta e con l'assessore ai grandi eventi Pirkko Peltonen, per la riuscita della manifestazione, e aggiunto che nessuno vuole negare che Umbria Jazz sia un fiore all'occhiello per la cittadinanza, diciamo altresì che proprio per questi motivi lamentiamo un radicale distacco tra gli organizzatori e il tessuto associativo locale.

Pensiamo infatti che l'Amministrazione dovrebbe, nella fase organizzativa decisionale cercare il confronto con gli operatori che in tal caso si sentirebbero realmente coinvolti.

Allo stato attuale invece, ci vengono richiesti solo determinati "atteggiamenti commerciali" senza però prevedere un minimo di progettualità comune e di sinergia di intenti e quindi l'evento appare oggi "monoorganizzato" sul piano dei benefici oggettivi e rapporti aziendali che lo precedono.

Per quanto concerne poi una certa insoddisfazione dei turisti credo che le responsabilità debbano trovarsi anche nella difficoltà di orientarsi sulla rupe, a causa di una segnaletica nebulosa e disordinata.

Molti commercianti hanno poi espresso profonda insoddisfazione per quanto riguarda il problema delle "licenze temporanee" che vengono concesse per alcuni giorni durante l'evento UJW. Trovarsi in concorrenza con chi apre solo qualche giorno e non deve fare i conti con una sopravvivenza continua è ovviamente dannoso per le attività che pagano tasse tutto l'anno: non stupiamoci quindi se il centro storico si sta tramutando in un museo a causa della chiusura continua di numerose attività penalizzate da certe scelte.

Insomma, prendersela con gli operatori commerciali e turistici appare l'esercizio più facile ma riteniamo che una vetrina non illuminata piuttosto che un'apertura non protratta siano soltanto la punta dell'iceberg di un malessere complessivo.

Pubblicato il: 09/01/2008

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