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E non mancano polemiche. Che il dott. Bizzarri chiarisce

La cultura, la libertà di lavorare tranquilli e di comunicare

Evidentemente per alcuni - e grazie a Dio non per tutti - la cultura fa notizia solo se è avvelenata da polemiche feroci o da "guerre senza quartiere". E' quello che ho dovuto constatare con disappunto dopo aver informato gli organi di stampa locali della presentazione, che in questi giorni avrà luogo in un prestigioso consesso scientifico USA, dei risultati delle campagne di scavo condotte ormai da otto anni a Campo della Fiera, presso Ponte del Sole. Non voglio ribadire ora l'importanza del sito - ricordo solo che a breve uno degli appuntamenti che la Fondazione Faina proporrà durante la serie di  "Scavi in corso" presso il museo in Piazza Duomo sarà proprio dedicato a questo vasto scavo - ma puntualizzare lo "stato dell'arte" a livello della comunità scientifica e riflettere sul perché in una sede si sia dato spazio al comunicato in maniera corretta e in altra sede si sia invece voluto dare la notizia "vestita " con abiti polemici che oggi non hanno più ragione d'essere e sono da lungo tempo sorpassati. Ma procediamo con ordine: le frasi riportate nell'articolo a firma C.L. sulla cronaca orvietana della Nazione del 4 gennaio citano un intervento del prof. Giovanni Colonna, uno dei maggiori esperti nel campo dell'Etruscologia, uno "vero",  che ammoniva - giustamente - ad essere prudenti riguardo all'identificazione di Campo della Fiera con il famoso santuario federale degli Etruschi. Purtroppo è evidente che chi ha scritto l'articolo utilizza fonti ormai "archeologiche", stantie, assolutamente non in linea con l'attualità e drammaticamente fuorvianti innanzitutto rispetto al tenore della notizia da me fornita in relazione all'evento statunitense. Il prof. Colonna, successivamente alla sua dichiarazione fornita alla stampa, ha visitato lo scavo orvietano e, nel corso del convegno della Fondazione Faina svoltosi nel 2006 - dico 2006! -, ha ribadito l'importanza del sito e supportato l'identificazione proposta, spronando altresì a continuare ed allargare le ricerche. Durante lo stesso anno hanno visitato il sito i professori Francesco Roncalli, Mario Torelli, Filippo Coarelli, Marina Martelli, Giovannangelo Camporeale, Bruno D'Agostino, Maria Bonghi Jovino e tanti altri, anche di atenei esteri. Per chi non fosse, come è più che naturale, a conoscenza del ristretto mondo accademico etruscologico, si tratta dei più eminenti studiosi nel campo specifico e tutti hanno apprezzato gli sforzi compiuti e, in misura ovviamente più o meno concorde data anche l'estrema complessità del sito, espresso la propria adesione all'interpretazione fornita da chi scava. E questo avveniva ormai due anni or sono, c'è stata un'altra felice campagna di scavo che ha permesso di esporre maggiormente le strutture già individuate e di portarne alla luce di nuove, di recuperare reperti pertinenti a classi sin'ora non attestate ad Orvieto, di confermare l'eccezionalità della vasta area indagata. Detto per inciso il tempio scoperto nel 2006 non è di sei per sei - che sarebbe un edificio quadrangolare! -  ma misura sei per dodici metri; ed un altro grande basamento è stato scoperto a monte, quasi incassato nella collina che domina la valle. A Campo della Fiera abbiamo un santuario, non un "semplice" tempio, e la caratterizazione di un santuario è proprio quella di avere, al suo interno, un complesso sistema di edifici di varia dimensione e strutture funzionalmente diversificate. E proprio questo è stato chiaramentre illustrato ai tanti che hanno voluto fare visita, anche nel 2007, al cantiere di scavo. Ma siccome verba volant, scripta manent ho ritenuto doverosa una precisazione, per far capire bene che non c'è nessuna guerra, che poco conto ha la mia opinione in confronto a quella del professor Colonna, che tutto quello che si chiede è di lavorare tranquilli, seppure fra mille difficoltà, ma quelle organizzative, finanziarie, logistiche, delle quali ogni scavo è pieno. Si suggerisce pertanto ai kamikaze dell'informazione di voler evitare "l'effetto deflagrazione" in generale ma, soprattutto, di non andare a cercarlo dove questo non esiste e/o sarebbe solamente dannoso per chi ha voluto far sapere, con estrema semplicità e pacatezza, cosa accade attorno al patrimonio culturale di una città ricca come Orvieto. Una città che, appunto, merita valorizzazione e progettualità, non "sterili polemiche dettate anche da cattiva informazione".

Un saluto

Dr. Claudio Bizzarri

Pubblicato il: 06/01/2008

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