Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

La Piave, l'ex ospedale e il Centro studi. Qualcosa non torna

E' possibile immaginare l'uso di Vigna grande senza pensare alla destinazione dell'ospedale e al Centro studi? Vendita, concessione a pagamento o concessione gratis? Alcuni interventi nel dibattito sull'"Information memorandum" che "tirano fuori" problemi ignorati, e non certo per ignoranza. Belcapo, Vergari, Piccini, Barbabella

foto di copertina

(Foto proprietà di orvietosi.it. L'enorme edificio dell'ex odpedale e dietro la ex Piave)

Nella seduta del 21 dicembre il Consiglio comunale ha approvato (14 favorevoli, 4 contrari: Conticelli, Imbastoni, Zazzaretta, Olimpieri) il documento dell'Information Memorandum relativo alla rifunzionalizzazione della Ex Caserma Piave 

Nel documento si definiscono le tipologie di attività che possono essere installate in quell'area di Vigna grande e un' ipotetica percentuale, che adeguatamente dosata fornirà il mix virtuoso che il Mercato proporrà all'Amministrazione.

Dall dibattito che è seguito alla presentazione del documento voglio "tirare fuori" alcuni interventi che a mio avviso centrano argomenti tralasciati o sottovalutati da quasi tutti i consiglieri intervenuti, per interesse di parte o per propria visione.

No alla vendita, addirittura possibile concessione gratuita rispetto all'indotto che può derivare dalla "rifunzionalizzazione" della caserma. Così sostiene Donatella Belcapo, che spiazza quanti vorrebbero fare cassa o garantirsi il pagamento delle rate dei mutui che il Comune deve pagare ogni anno. Visione nuova ed intelligente, che introduce un elemento originale. D'altra parte gli orvietani che negli anni Trenta costruirono la caserma fecero molto di più e si indebitarono pesantemente per decenni, ma realizzarono il loro progetto di sviluppo della città, discutibile quanto si vuole ma che c'è stato. In più oggi quel bene è in mano di nuovo agli orvietani che dovranno utilizzarlo al meglio e che sembra quasi l'ultima possibilità per offrire sostanza al progresso. 

Fausto Vergari richiama invece al massimo di contestualizzazione degli interventi con il resto del centro storico, quindi con un progetto per la città da costruire e non soltanto da annunciare. E che ci sia questa clamorosa lacuna nell'Information memorandum lo rilevano anche Piccini e Barbabella.

Infatti il documento approvato dal Consiglio offre sì dati socio-economici di Orvieto, ma si dimentica di dire al possibile acquirente che c'è anche un immobile grande come il vecchio ospedale che la Regione vende e che magari qualcuno potrebbe acquistare per farci un albergo o altro, in concorrenza con i progetti che, come piace a molti, vengono dal mercato. Piccini va oltre e propone di vendere una parte della Piave per acquistare l'ex ospedale e garantire la sopravvivenza del Centro studi, di cui tutti si sono dimenticati. Forse è dato per spacciato, ultima testimonianza del "cimicchismo" in cui evidentemente pochi credono.

Seguono gli interventi che ho segnalato e che servono per ragionare.

Donatella Belcapo.

 "la rifunzionalizzazione dell'ex caserma è una grande scommessa per la città, forse l'ultima possibilità. L'importanza del momento è talmente delicata che tutte le realtà cittadine devono essere rese partecipi. Bene ha fatto l'Amministrazione Comunale a lanciare questo primo approccio di partecipazione. Condivido la sollecitazione giunta nel corso del Laboratorio di Partecipazione di allargare verso realtà internazionali, non solo nel campo immobiliare. Auspicio che l'attuale classe dirigente sia in grado di guidare la città per il futuro. Il mercato dobbiamo ascoltarlo, ma non subirlo. La classe dirigente deve saper prendere decisioni. Escludo personalmente la vendita dell'immobile che sarebbe un danno culturale, economico e sociale. Si deve creare occupazione per il nostro territorio. Non dovremo aver paura di ipotesi opposte alla vendita, come la concessione di un bene a titolo gratuito anche per i primi anni per favorire la nascita di nuove attività che portino anche ad un 'pendolarismo occupazionale' all'inverso".

 

Fausto Vergari

 "questo documento è interlocutorio in quanto è il primo passo vero nella direzione auspicata. Per come è costruito è elemento di grande trasparenza. Mi preme sottolineare che è importante andare ad una rifunzionalizzazione della caserma Piave il più possibile contestualizzata con il resto del centro storico. La flessibilità è determinante. Ulteriori aumenti della cubatura vanno visti attentamente. In merito alla concessione o alla vendita, io non sono contrario alla vendita in linea di principio, ma di gran lunga preferisco la concessione e quindi invito l'Amministrazione ad attivare tutte le possibilità per ottenere questo risultato. Va tenuto conto della questione del Centro Studi perché orami sappiamo che, l'ex Ospedale non sarà più del Comune e quindi andrà fatta una riflessione all'interno della caserma".

 

Gianpietro Piccini

"il business plan di RPO che approvammo era ambizioso ed era dentro i sentimenti di prospettiva e del sentire culturale della nostra città, dei cittadini e del Consiglio Comunale. Oggi prendiamo atto che non si sono realizzate le condizioni economiche per realizzare quel progetto. Di qui la scelta metodologica che si è maturata fino ad oggi in cui approviamo l'Information Memorandum nell'ambito del quale le prime due cose da analizzare sono la concessione o la vendita. In sostanza, la proposta andava fatta esattamente nei termini in cui è stata formulata. Tutti preferiamo la concessione, ma rivolgersi al mercato significa scandagliare ogni possibile ipotesti o offerta che da esso emerga. I cittadini vivono la città come una cosa propria, quindi è importante saper valutare le migliori convenienze per la città tutta. Si tratta di scegliere il progetto in base al ritorno economico (nell'immediato e in prospettiva). Nell'ipotesi in cui il CSCO non potesse trovare spazio nella caserma, dove sta scritto che il Comune non potrebbe acquistare l'ex Ospedale per il Centro Studi? Dalla caserma potrebbero derivare, infatti, le somme necessarie. Dunque, non precludiamo nulla e guardiamo con fiducia anche al lavoro positivo che è stato fatto nel recente passato da quegli Amministratori del passato che hanno pensato e realizzato il Progetto Orvieto. oggi è una fase nuova".

Franco Raimondo Barbabella

"in ogni dibattito sulla rifunzionalizzazione della caserma Piave c'è sempre stato un punto che incontra una larghissima condivisione: l'idea che quel complesso debba essere rifunzionalizzato per lo sviluppo della città e del territorio. Che ci sia, cioè, una occasione importante in termini di sviluppo possibile. Ci sono idee che sono sottese alla scala urbana e alla esigenza di fare il massimo possibile della qualità. Lo sviluppo è l'idea guida, tutto il resto in termini di dettaglio viene dopo. Un'idea seria dello sviluppo della Piave non può prescindere dal ruolo della città in Umbria e nel Centro Italia. Essa, se non contestualizzata nel centro storico, non ha senso, è una operazione centro storico, una operazione città. Sarebbe grave sottovalutare questo. Condivido chi chiede di discutere contestualmente della destinazione dell'ex Ospedale, ad esempio: se qualcuno presentasse una proposta per la realizzazione di alberghi di grande qualità o per diverse fette di mercato, e poi se la Regione vendesse l'ex Ospedale e se lì vi fosse realizzato un albergo. Discutere dell'insieme è importante perché in questo caso, il discorso sul mercato andrebbe a farsi benedire! Questo è il taglio al lavoro che andrà dato nei prossimi mesi. La metodologia di RPO spa prevedeva la prevalenza di un controllo pubblico, lo spostamento di RPO srl è uno spostamento verso il mercato, il che non è scandaloso perché il mercato va rispettato, ma il controllo pubblico ci deve essere. Non possiamo avere dubbi, non è un fatto ideologico ma di governo delle cose. Riguardo alla vendita e concessione: io resto contrario alla vendita per diverse ragioni, perché temo che nel momento in cui si vende sembra una operazione ottima che produce entrate, ma poi si perde il controllo e si blocca tutto per anni con contenziosi incredibili; mi fido di più della concessione. Ne faccio una questione di successo dell'operazione. Avere un canone indicizzato produce entrate fresche. Va fatto anche un sacrificio per favorire la convenzione, non per ideologia ma per strategia. Ancora alcune perplessità sulla questione delle abitazioni che sarebbero dei piccoli ghetti dentro la caserma Piave, al massimo sarebbe una delle ultimissime cose per invogliare il mercato. Siamo soddisfatti del fatto che è stata accettata la nostra posizione che non si doveva cedere sulla cubatura (se necessaria va legata al progetto). Qualità dello sviluppo e qualità dell'intervento devono andare di pari passo. Auspichiamo un ampio dibattito che faccia chiarezza sulle idee che abbiamo per la riqualificazione del centro storico prima di arrivare al capitolato d'appalto".

 

 

Pubblicato il: 02/01/2008

Torna alle notizie...