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Nasce il Partito democratico locale. Tra tante insidie

Il 24-25-26-27 gennaio. Saranno coinvolte sette-ottocento persone almeno, metà donne. Una novità sostanziale nel regolamento delle elezioni è che non ci saranno liste, ma ciascuno potrà candidarsi
di Dante Freddi

foto di copertina

L'agenda politica del mese di gennaio è centrata sulla nascita del partito democratico dell'Orvietano e noi seguiremo l'argomento con frequenza e continuità, perché soltanto questo ci sembra già un contributo alla sanità del nascituro. Dove è ora tutta la massa desiderosa di impegnarsi in politica è uno dei misteri di tutta l'operazione, forse il più inquietante, ma ne parleremo in altra aoccasione.

Il 24-25-26-27 gennaio sarà infatti costruita in tutta l'Umbria la nuova classe politica locale del partito di maggioranza nella regione e nell'Orvietano, dove ci saranno 67 circoli. Saranno eletti i delegati comunali e quelli provinciali. Questi ultimi andranno a completare l'Assemblea provinciale, composta anche da amministratori e parlamentari. Ad Orvieto ci saranno 10 circoli e uno per ogni comune nell'Orvietano, a parte Baschi e Castel Viscardo che ne avranno due. In tutto saranno eletti almeno settecento-ottocento dirigenti, metà donne.

Ho votato alle primarie del 14 ottobre e quindi le mie considerazioni sono orientate da un atteggiamento di simpatia e partecipazione e preoccupazione nei confronti del nascente PD, che non vedo ragione di nascondere.

Una novità sostanziale nel regolamento delle elezioni è che non ci saranno liste, ma ciascuno potrà candidarsi mandando una comunicazione al coordinamento provinciale. Possono candidarsi anche persone che non hanno votato per le primarie.

Il regolamento vuole creare qualche difficoltà alla formazione delle correnti, che sarebbe il male assoluto per il nuovo partito. Non significa che non si formeranno cordate, ma il fatto che ognuno possa candidarsi rende accessibile a tutti la partecipazione e l'elezione. Ed è già qualcosa, anzi molto. Segnala infatti che sono state individuate le possibili insidie e che si è tentato di evitarle, per quanto possibile, per quanto il tacchino possa amare il Natale.

Le insidie sono rappresentate soprattutto dalla vecchia classe dirigente della Margherita e dei diesse, di quelli che non vogliono allentare la presa, che si sentono necessari, che vogliono esserci a tutti i costi e che intendono perpetuarsi all'interno del Pd. Atteggiamento umano comprensibile, che può essere contrastato soltanto da una partecipazione robusta e libera alle elezioni di fine gennaio.
A meno di un mese dalle consultazioni non c'è stato ancora nessuna iniziativa promossa da qualcuno per dare continuità alle primarie del 14 ottobre e per preparare la fondazione del partito. Nelle sedi degli ex diesse girano in tanti, di tutti i colori, ma in crocchi ristretti e privati. Meno si sa e più la situazione è controllabile.
Molte le cene, ma tra chi già  c'è, diesse con diesse, margheriti con diesse, secondo gli interessi che si sono formati in occasione delle primarie. Molti nomi, sempre di "continuità". Tra gli eletti nei coordinamenti dei circoli territoriali, nonostante tutto,  ci sarà anche gente nuova, necessariamente: soltanto il fatto che metà dei dirigenti sarà donna renderà difficile perfino reperire i componenti dei coordinamenti e necessariamente sarà immesso nuovo personale. Ma attenzione. I furbetti dei vecchi partiti tenteranno di cooptare quanti ritengono controllabili per giungere ad eleggere circoli e coordinatore dei circoli a loro immagine. Un lavoro immane, che coinvolgerà centinaia di persone, e molti sfuggiranno.

 

Ampliare la platea dei candidati è l'unico modo in fondo per tentare qualche timida resistenza alla nascita di un partito vecchio e poter quindi pensare al rinnovamento della classe dirigente locale che determinerà le vie di sviluppo dell'Orvietano.

 

Le figure dei coordinatori dei circoli saranno importanti e  quella del coordinatore comunale dei circoli di Orvieto sarà una delle cariche politiche centrali del nuovo partito, non soltanto nel nostro territorio.

Già ovviamente si fanno nomi, perché il delicato manuale Cancelli deve tener conto dei diesse e della Margherita, degli amici dei compagni e dei compagni dei compagni.
Mi sembra che ci sia un solo modo per individuare le figure giuste per rappresentare il PD nei territori: gente autonoma dalle gracidanti sirene degli ex partiti e capace, quindi di conseguenza autorevole. E' di loro che  abbiamo bisogno, agli altri arrivederci, e non sempre grazie.

Pubblicato il: 31/12/2007

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