Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Umbria jazz Winter. Le foto di Michela Rufini e il racconto di Lucio Giovannella

UIl racconto di Umbria Jazz Winter, edizione n. 15

foto di copertina

29 dicembre

Apertura della manifestazione e Mario Biondi in prova.

SABATO 30

ORVIETO CELEBRA RAVA E BOLLANI E SCOPRE GLI HIGH FIVE QUINTET

di Lucio Giovannella e foto di Michela Rufini

Ieri, secondo giorno dell'Umbria jazz Winter edizione n.15, Orvieto ha assaporato in pieno l'atmosfera del jazz , dai primi concerti delle ore 12 fino a notte fonda. Due eventi su tutti hanno caratterizzato questa seconda giornata, il concerto di Enrico Rava e Stefano Bollani al Teatro Mancinelli, e l'esibizione dell'High Five Quintet, formazione che ha suonato il 28 a fianco del jazz crooner nostrano Mario Biondi, alla Sala dei Quattrocento.

Il concerto di Rava e Bollani verrà ricordato come una delle pagine più belle del Teatro Mancinelli, gremito come non si vedeva da tempo; i due musicisti, che si conoscono e stimano da anni, hanno vissuto questo concerto come un vero e proprio incontro di due diverse anime in nome del jazz, talvolta più ironici, talvolta più seri e pacati, ma sempre all'insegna di un'esecuzione altamente ispirata. Hanno eseguito brani di Jobim , Oscar Peterson (pianista scomparso di recente) e brani di propria composizione, stravolgendo le versioni originali e arrangiandole di nuovo come figlie del momento compositivo presente. La maggior parte dei brani eseguiti si trova sull'ultimo cd "The Third Man". Il concerto si è chiuso con una versione di "Estate", oramai standard del jazz italiano, che ha fermato  il respiro degli spettatori.

Grande entusiasmo anche per il concerto degli High Five Quintet. Il quintetto, formato da Bosso (tromba), Scannapieco (sax), Manutza (piano), Ciancaglini (contrabasso) e Tucci (batteria) è una perfetta macchina da jazz; i musicisti dimostrano una sensibilità particolare nell'affrontare brani che vanno dal latin jazz, alla bossa, all'hard bop, alle ballads. La padronanza degli strumenti da parte di ogni musicista è impressionante, e nonostante la relativa giovane età dei componenti, il quintetto non ha niente da invidiare a formazioni di jazz europeo o americano più titolate. Il concerto parte forte con un latin jazz velocissimo, per poi continuare con una bossa estremamente accattivante, dove Scannapieco fa scendere il silenzio su tutta la sala con un'improvvisazione degna dei migliori maestri (Adderley, Shorter e il piu' recente Lovano).Si continua con un brano scritto da Ciancaglini, un bop dall'aria coltreniana che il quintetto interpreta alla perfezione, ed altri brani originali scritti da Scannapieco e da Manutza.Ultimo gioiello, "In a sentimental mood" eseguita in perfetto stile old dai musicisti, un finale da brivido.

30 dicembre

Terzo giorno del festival.

Tra le tante proposte l'interesse del pubblico si è rivolto particolarmente ai concerti di Gino Paoli al Teatro Mancinelli e di Petra Magoni-Ferruccio Spinetti alla Sala dei Quattrocento.(nelle foto)

Il concerto di Gino Paoli prende spunto dal suo ultimo cd " Un incontro in jazz ", all'interno del quale il cantante genovese reinterpreta in chiave jazzistica parte del suo repertorio, insieme ad alcuni famosi standards di jazz. Gino Paoli, accompagnato da una band composta dalla crema del jazz italiano (Bonaccorso al contrabasso, Rea al piano, Rava alla tromba, Gatto alla batteria), ha cantato brani storici del suo repertorio, tra cui "Senza fine", una versione de " La Gatta " arrangiata ritmicamente da Roberto Gatto, " Vivere ancora " con un intro dolcissimo fatto dalla tromba di Rava, e standards di jazz tra cui "Time after time", eseguita come da cd. Il concerto è stato godibile, ma il progetto dal vivo sembra perdere la forma canzone a favore della parte musicale improvvisativa, relegando spesso Paoli a semplice ospite del progetto. I musicisti si sono presi gli spazi dovuti per le loro improvvisazioni; bellissimo l'intro di Bonaccorso e particolarmente energico l'assolo di batteria, dove Gatto ha sfoderato tutta la sua fantasiosa e sapiente poliritmia.

Ma la sorpresa della giornata è stata l'esibizione di Petra Magoni (voce) e Ferruccio Spinetti (contrabasso). Il concerto, inizialmente programmato al Museo Greco, è stato spostato alla Sala dei Quattrocento per consentire al foltissimo pubblico di trovare posto ( prima volta in U.J.W. che viene spostato il luogo di un concerto!).Le attese sono state ampiamente soddisfatte.

Petra Magoni è un puro talento vocale, Spinetti la sua anima arrangiativa e musicale, insieme un'esperienza da non perdere. Il concerto inizia con dei vocalizzi che crescono piano piano, fino ad arrivare a livelli da soprano puro, con sovracuti simili ai richiami dei delfini...

La Magoni ha il canto delle sirene di Ulisse, modula la voce come vuole, susurra " Roxanne " di Sting, canta una velocissima "Bocca di Rosa" in tono bassissimo, passa ai Beatles, poi alla canzone italiana degli anni '60, il tutto con una scioltezza imbarazzante, si permette anche un siparietto comico con Spinetti, passa al jazz poi alla canzone francese, ospita il marito Stefano Bollani per un brano originale, per finire con un classico " I will survive ".

Concerto indimenticabile.

1 gennaio 2008

Primo gennaio 2008, ore 1 e 30: atterra al Teatro Mancinelli la Cosmic Band di Gianluca Petrella, giovane trombonista incoronato dalla rivista "Musica jazz" come miglior talento del 2007.

La Cosmic Band è formata da giovani talenti del jazz italiano (Scardino sax baritono, Bigoni sax tenore, Rubegni tromba, Guidi pianoforte, Baldacci chitarra, Santimoni synth, Ponticelli contrabasso, Scettri batteria, Padovani percussioni) assemblati da Petrella in un progetto incentrato sulle musiche del compositore Sun Ra (personaggio geniale e assai particolare del panorama jazzistico). Subito, dalle prime note, gli arrangiamenti ricordano le orchestre di Gil Evans, con accenni anche alle sonorità delle composizioni di Frank Zappa. Petrella dirige la band variando in diretta gli arrangiamenti, sentendo il momento piu' giusto per applicare le variazioni e lanciare i musicisti nei loro momenti improvvisativi.

Il trombonista trova anche lo spazio per una piccola pièce teatrale, quando ingaggia il duello con il sassofonista (baritono) in piena platea, in mezzo al pubblico divertito e anche un po' intimorito dalla veemenza del combattimento musicale. Altro momento divertente: l'altro sassofonista (tenorista) si porta in mezzo al palco una pecora di pezza, vi si siede sopra e inizia a improvvisare... Musica, gioco, tanta passione. spesso visibilmente esagerata dal cosmico Petrella, un uso centellinato di sintetizzatori di epoche passate che danno un tocco particolare a tutto il concerto, come se fossimo dentro una immaginaria colonna sonora....

Ore 3,15 del 1° gennaio 2008. La Cosmic Band lascia il Teatro Mancinelli in mezzo agli applausi del pubblico, ma nel palcoscenico l'aria ancora si muove, le note continuano a rincorrersi in mezzo a questa rara energia.

Buon anno a tutti!

Ultimo giorno, martedì 2 gennaio

Ultima giornata del festival. Tutti i concerti registrano il tutto esaurito, il Teatro Mancinelli riempie anche le ultime poltroncine del loggione, l'ennesimo successo di Umbria Jazz Winter, edizione n. 15.

Tra i momenti più emozionanti il concerto del trio di Gerald Clayton e della band New Generation, il gruppo di giovani talenti capitanati da Enrico Rava.

 

Trio di Gerald Clayton.

Gerald Clayton è un giovane pianista americano, che la critica definisce come il migliore della sua generazione. Le sue musiche sono a volte molto accattivanti, non semplici, e ricordano il pianismo vivace di Chick Corea; altre volte sono piu' introspettive, in linea con la tradizione delle jazz-ballads, con riferimenti a Bill Evans e Kenny Barron.

Il trio è composto, oltre che dal pianista, dal contrabassista Joe Sanders, ex-collaboratore del trombettista Roy Hargrove, e dal giovane talento Justin Brown alla batteria.

La formazione ha impressionato per le doti tecniche dei singoli musicisti, mentre è mancato un po' l'interplay (o meglio all'italiana l'amalgama) tra i musicisti, che erano costretti a leggere le partiture dei brani.

Memorabile comunque la performance del batterista, che ha lasciato senza fiato il pubblico con un assolo a dir poco pirotecnico!!!

 

New Generation di Enrico Rava.

La performance del gruppo New Generation di Enrico Rava non ha tradito le aspettative, come per tutti i concerti del grande trombettista italiano.

La New Generation è formata da Giovanni Guidi (pianoforte), premiato come il miglior giovane musicista del 2007, Francesco Ponticelli (contrabasso), Joao Lobo (batteria) e Mauro Negri (sax e clarinetto). La band esegue brani di Enrico Rava, con molta energia, si alternano momenti di jazz classico, momenti piu' vicini al free jazz e momenti silenziosi, in cui la tromba la fa da padrone.

Guidi è pianista interessante, estremamente personale, ritmico e sfuggente, forse un vero talento.

Nell' ultima notte di Umbria Jazz Winter, l'ultimo concerto della serata, Renato Sellani e il suo trio, si trasforma in una bellissima jam-session, a cui partecipano il grande sassofonista Joe Lovano e la moglie, cantante lirica, che improvvisa insieme a Sellani sulle musiche di " When I fall in love"....

Le luci del festival oramai si stanno spegnendo, e a noi innamorati del jazz non ci resta che aspettare la prossima edizione. Buon jazz a tutti.

 

Pubblicato il: 30/12/2007

Torna alle notizie...