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Piave, approvato l'ìInformation memorandum'. Vendo o non vendo?

Belcapo: "Tra cinque anni vogliamo forse passare come l'Amministrazione che ha venduto tutto?". Trappolino: "E' una polemica pretestuosa e fortemente ideologica". Quello della vendita è un "falso problema" per Gianpietro Piccini

foto di copertina

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - "Tra cinque anni vogliamo forse passare come l'Amministrazione che ha venduto tutto?". Il provocatorio interrogativo è della consigliera del Pd, Donatella Belcapo. Il riferimento è alla sua netta contrarietà all'ipotesi vendita della Piave. Una voce la sua che non è neanche del tutto isolata dentro la maggioranza, se si considera che "forti perplessità" arrivano anche dal capogruppo dello Sdi, Franco Raimondo Barbabella, rincuorato soltanto dal fatto che, nell'atto deliberativo approvato ieri con l'information memorandum, il Comune esprime formalmente una preferenza per la concessione. La posizione di Belcapo è invece molto netta al punto da arrivare a fare una proposta del tutto opposta. "Una concessione a titolo gratuito - rilancia Belcapo - in cambio di un progetto che garantisca un indotto importante per la città sul piano dello sviluppo occupazionale. Vendere per fare cassa è inaccettabile". Fuori dagli scranni comunali, ma dentro la maggioranza con un assessore in giunta in quota, è fortemente contraria all'eventuale operazione anche Rifondazione comunista. "E' peraltro un'ipotesi che non è mai stata discussa", commenta la segretaria Rosanna Barbanera. Per il resto, la maggioranza di centrosinistra si muove compatta nel non escludere l'ipotesi vendita: dal Pd ai Comunisti italiani. "Quello della vendita è un falso problema - è l'opinione di Gianpietro Piccini (PdCi) - i cittadini non sentiranno meno propri quegli spazi per il solo fatto che la proprietà non è del Comune. Il punto è nella vivibilità e nella funzione di quegli spazi - osserva Piccini - per questo è importante che venga valutata la migliore offerta, non sul piano del ritorno economico immediato, ma sul piano del progetto che garantisca il ritorno più 'sostanzioso' per la città". Nessuno 'scandalo' anche per Carlo Emanuele Trappolino (Pd). "In tutti i progetti simili è prevista la vendita, peraltro - ribatte Trappolino - la decisione verrà presa in una fase successiva", ragion per cui, per il consigliere del Pd, quella che si sta agitando in questi giorni è una "polemica pretestuosa e fortemente ideologica". Tra le fila dell'opposizione, dopo che AltraCittà aveva già ribadito la contrarietà alla vendita dell'immobile, si esprime a sfavore anche An che ritorna sul concorso internazionale di idee e si dichiara, per la verità, contraria tanto alla vendita quanto alla concessione. "Abbiamo buttato sei anni e un milione di euro per tornare punto a capo e vendere?'", si chiede Stefano Olimpieri (An).  L'ipotesi, invece, da sempre, non è "blasfema" per Forza Italia. "A patto - dice il coordinatore azzurro Antonio Barberani - che si faccia una vendita di scopo, ovvero finalizzata ad un grande progetto di sviluppo del territorio".  Contrario, infine, dall'opposizione di sinistra, anche Giancarlo Imbastoni, il quale, ieri in consiglio, ha adombrato forti perplessità sulla stima degli immobili.  "Come mai le stime di tre anni fa - ha fatto notare Imbastoni - valutavano la Caserma, compresa l'Infermeria e la Mensa, per un valore di 38milioni di euro e ora quegli stessi immobili, peraltro senza considerare questi due stabili, valgono addirittura 50milioni di euro".

Pubblicato il: 22/12/2007

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