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Cortoni: 'L'intenzione del Comune è vendere la Piave'

"Il prezzo della concessione risulta altissimo - dice -, tale da non attirare alcun investimento, segno evidente che una scelta la si è già fatta.  Si è intrapresa chiaramente la strada della vendita"

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di Stefania Tomba

ORVIETO - "L'intenzione del Comune è vendere la Piave". Ne è convinto ormai il consigliere d'opposizione Fabrizio Cortoni secondo cui è "inequivocabile" in tal senso il piano d'ammortamento studiato per l'ipotesi concessione.  "Chi mai prenderebbe un bene in concessione, quando può acquistarlo con solo il 10% in più?'". Si chiede Cortoni riferendosi all'information memorandum (il documento si presenta oggi all'approvazione del consiglio comunale) in cui il Comune stabilisce la cifra minima di 50milioni di euro per la vendita degli immobili e il piano d'ammortamento nel caso si dovesse procedere invece alla concessione. Il punto, per Cortoni, sta proprio qui.

"Il prezzo della concessione risulta altissimo - dice -, tale da non attirare alcun investimento, segno evidente che una scelta la si è già fatta.  Si è intrapresa chiaramente la strada della vendita". La concessione cui fa riferimento l'information memorandum, in alternativa alla vendita, prevede un maxi canone iniziale di 5milioni di euro e poi un canone annuale minimo di 2,3 milioni di euro, per novanta anni. "E' una follia, per giunta - vuol far osservare Cortoni - non aver indicizzato il canone per metterlo a riparo dall'inflazione. Cosa saranno infatti tra dieci anni, 2,3 milioni di euro?".  "Ben altra cosa - aggiunge il consigliere d'opposizione e presidente della commissione comunale di Garanzia - sarebbe stata applicare ad un canone, anche più basso, ma indicizzato. Questo avrebbe garantito un'entrata strutturale per novant'anni che poi è quello di cui le casse del Comune hanno bisogno. Con l'effetto, per il Comune, di mantenere anche il controllo sull'utilizzo dell'immobile e non perdere la proprietà". "Spero solo - conclude amaro Cortoni - che l'Amministrazione avrà almeno il buon senso di utilizzare in tutto o in parte il ricavato della vendita per azzerare il debito e consegnare alle nuove generazioni un futuro più certo".

Tagliente anche il giudizio sul tipo d'investimento che potrebbe profilarsi per la Piave. "A giudicare dalle manifestazione d'interesse, viene da pensare ad una speculazione edilizia pura", dice.  Tra le ventitrè manifestazioni d'interesse figurano per il momento soprattutto grossi gruppi immobiliari e di costruzioni o colossi bancari. L'information memorandum il documento che descrive l'investimento per la riqualificazione della ex caserma, intanto, oggi andrà in pasto al Consiglio comunale per essere poi inviato a quanti ne hanno fatto o ne faranno richiesta manifestando interesse per l'operazione. Vi sono contenute anche le destinazioni d'uso: 20 per cento commerciale, 35 per  cento tempo libero, minimo 10 per cento culturale, non oltre il 10 per cento artigianale e il 20 per cento direzionale, non meno del 10 per cento riservato, infine, ad esigenze pubbliche. Compresi anche un 30 per cento di "altro" e un 10 per cento di destinazione residenziale.

Pubblicato il: 21/12/2007

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