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Il traffico automobilistico. E' il tema di 'Cerco guai' di questa settimana

Piacevole e pungente, Marco Scirra continua nella sua analisi dei "traffici" orvietani. Aneddoti simpatici, intuizioni gustose e provocazioni intelligenti per raccontare cose serie, cose nostre, "cose grigie" di ogni giorno

foto di copertina

Traffici orvietani - terza puntata

 

Il traffico automobilistico

 

Siccome si è soliti dire che tre sia il numero perfetto (tre domande, tre figli, tre impiegati comunali, tre consigli, tre rose rosse, tre confetti, tre a lavorà e tutti l'altri che guardano), ecco l'ultima puntata della trilogia dei traffici orvietani.

Stavolta parleremo del traffico per eccellenza: quello automobilistico.

Già, perché nel centro del centro del centro storico saranno messe le telecamere, e così sia.

A Case Maggi hanno messo il semaforo intelligente, il cui nome pare derivi per contrasto con gli automobilisti che si fermano al rosso, non considerando che è tutto finto.

A Canale metteranno il tachimetro digitale, così che ognuno possa battere il proprio record personale con precisione cronometrica.

In Via dei Tigli, dopo l'incidente costato alla vita ad una anziana signora, si è finalmente deciso di mettere in sicurezza la zona delle scuole.

Nel tratto compreso tra il tribunale, il parcheggio di Porta Vivaria e Via Pecorelli è possibile ammirare un intero campionario di dissuasori: dossi da Camel Trophy, gobbette, dossetti in salita, borboretti a pandoro, colonnine stile liberty, tubi cilindrici, con cappello e catena, con occhielli e bande bicolore e chi più ne ha più ne metta.

Alla Cava GNENTE!

Eppure sono più di dieci anni che singoli cittadini, comitati e associazioni, chiedono e richiedono e ri-richiedono qualcosa.

E lo fanno, anzi lo facciamo, non perché auspichiamo ulteriori voci tra le uscite del bilancio comunale (pensare che noi cavajoli avevamo anche proposto all'amministrazione di autotassarci pur di eliminare i pericoli senza creare disagi), ma perché quando si esce di casa si rischia di essere FALCIATI dalle macchine che sfrecciano senza ritegno e che ogni tanto MARTELLANO qualche facciata e qualche porta. Oh, vuoi vedere che in queste due parole sta il motivo subliminale del disinteresse totale al pericolo derivante dal dirottare da anni, senza alcun controllo, quasi tutto il traffico in uscita dalla città lungo una delle più ripide discese del territorio? Boh No, dai troppo fine

Nel vortice dei ricordi mi torna in mente un giovane assessore Mocio che disse in tv: «Ora faccio una battuta: se alla Cava ci mettiamo l'autovelox poi dopo ci diamo pure noi», così come un sindaco Cimicchi che risolse splendidamente una conferenza di servizi proclamando: «Si sta studiando, di concento con gli uffici preposti e secondo le nuove direttive europee, un arredo urbano che sia ad un tempo dissuasore sia di sosta che di velocità». «Minchia se lo stiamo studiando!!!» gli fece eco il comandante Lombardo, anni e anni fa.

Ricordo anche la ferma intenzione comunale di non fare ricorso mai all'autovelox, come fanno i vicini comuni del viterbese. Già, perché fare la figura dei maremmani che senza autovelox non vanno avanti? Meglio svendere gli immobili comunali e rischiare di essere travolti per la Cava!

Perché costringere tutti ad andare piano con qualche punto in meno sulla patente? Meglio stangare i turisti nei parcheggi a pagamento, ché quelli tanto votano altrove!

Così come ricordo un mare di promesse fatte a seguito di una mole di richieste, progetti degli operatori economici, istanze di comitati spontanei, petizioni degli abitanti, che spesso (quasi sempre) ho protocollato di persona, e a cui, l'indomani, seguivano puntuali due vigili che per un'oretta facevano cenno con la mano di andare più piano. E poi più nulla.

Ogni volta che tornavo da consegnare una di queste richieste trovavo, fuori del Comune, uno dei soliti bene informati che, dopo avermi chiesto che cosa stessi a fare da quelle parti, mi dava fiducia con una rapida dichiarazione, ovviamente non richiesta. Uno di quelli che si piazzano alla solina a ogni ora del giorno, e che la sanno lunga, a forza di veder vivere gli altri. Non importa chi, tanto uno così lo si trova sempre.

Anni fa il commento era: « È 'nutile che consume le sòle de le scarpe, tanto nun faranno gnente, ché, o fanno o nun fanno, a la Cava 'l voto je lo date uguale».

Mentre adesso la sentenza è cambiata: «Cor pittolo che faranno quarcosa, ché voe 'r voto 'n gne lo date, mica come a Sferracavallo, mellì sì che le fonno le cose, che quelle se lo mèritono».

Allora, miei cari lettori, per evitare di finire spiaccicati, che s'arèbbe da fa'?

Non basta il pickup che sfonda la porta di un locale? Non bastano i testacoda che finiscono sulla fontanella? O forse anche qui, come in Via dei Tigli, c'arivòle 'l morto?

Semmai vi informo che una certa nota assicurazione, per premiare mio padre di tanti e tanti anni di versamento di quote senza mai nessun sinistro (che vuol dire incidente e non è colpa mia se non si chiama destro!) gli ha concesso un bonus grazie al quale può aver torto marcio per una volta senza che questo venga conteggiato, ovvero: se prendo la macchina del babbo posso combinà che me pare, tanto l'assicurazione non gli aumenta.

Perciò, posto che questo gentile omaggio assicurativo non sia da considerare come istigazione a delinquere e confidando nella totale omertà dei cavajoli (che riceverebbero da questa "disgrazia" finalmente un po' di attenzione), non è che ve la sentireste, miei cari lettori, di suggerirmi il nome di qualche persona che potrei investire?

PS:

1)      È bello osservare il silenzio assordante quando si parla di bilancio: nessun commento. Sublime! Mentre per il nome della "cosa rossa", ora estendibile anche alla "cosa bianca" di Berlusconi, sono piovuti improperi, accuse, minacce, levate di scudo. Eh certo, il nome del movimento, quello sì che era importante!!!

2)      Cari futuri consiglieri di zona, sappiate che, appena eletti, vi chiederemo un po' di attenzione per il traffico alla Cava e per conoscere le idee dell'amministrazione in merito ai posti auto per la stanza numero 6, dato che, dopo la zona della Madonna del Velo, ora anche l'area dell'ex distributore di Porta Maggiore è off limits, mentre nel parcheggio di Via della Cava ci si trova di tutto meno che residenti.

3)      Mi piace proporvi un aneddoto, ma non per usare la stampa a fini privati, quanto per riferirvi della simpatia (sono onesto, non ironico!) dell'assessore Vincenzi. Spero di non urtare nessuno raccontando che giorni fa, quando andai dal dottor Rosati a chiedere come mai il Pozzo della Cava fosse stato ignorato dalla nuova segnaletica turistica pur essendo presente nei piani comunali e pur avendo ricevuto rassicurazioni nei mesi passati, l'assessore, che stava lì per i rilievi post-furto dei quadri, mi ha guardato fisso e mi ha detto: «Secondo me qualcuno te gufa»!

4)      Giorni fa è uscito un corsivo di Leonardo Maria Riscaldati, in cui si diceva che a Orvieto sono i soliti quattro gatti a commentare. Ritenendomi uno dei quattro, vorrei anticipare che non ho commentato non perché mi sia distratto, ma solo perché ho intenzione di usare l'uscita di lunedì prossimo (salvo cronaca o imprevisti) per parlare dei temerari e rispondere a Leonardo.

NB della direzione.
Il sottotitolo zeppo di aggettivi nei confronti di Marco Scaiarra è composto da me, Dante Freddi, fervido ammiratore del racconto in stile "sciarriano".

Pubblicato il: 10/12/2007

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