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Unica data in Umbria di "Vita di Galileo"

Un capolavoro di Bertolt Brecht con Franco Branciaroli. Andrà in scena al Mancinelli giovedì 6 dicembre alle ore 21

foto di copertina

La programmazione della Stagione Teatrale del Teatro Mancinelli di Orvieto prosegue con uno spettacolo che è stato ospitato, a partire dallo scorso anno, nei più grandi teatri d'Italia. Per la prima volta in Umbria, Vita di Galileo di Bertolt Brecht, coprodotto dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e dal Teatro de Gli Incamminati, andrà in scena al Mancinelli giovedì 6 dicembre alle ore 21.

L'uomo e il senso di responsabilità, la ricerca e l'etica, lo scienziato e il potere: si sviluppa fra questi cardini - di assoluta attualità - una delle opere più importanti di Bertolt Brecht, ma anche una fra le più ambigue e avvincenti. Composto fra il 1938 e il 1943, il dramma fu rielaborato in almeno tre distinte riprese e costituì sempre un culmine nella produzione brechtiana: una sorta di "testamento spirituale". Un capolavoro nei cui inquietanti chiaroscuri si possono intuire le vie per comprendere il XX secolo e i suoi conflitti, come già sottolineò nel 1963 Giorgio Strehler nel suo allestimento.

La storia percorre la parabola del grande scienziato pisano dal tempo dell'insegnamento a Padova agli ultimi anni vissuti forzatamente in "ritiro" a Firenze, sotto la sorveglianza della Santa Inquisizione: un'esistenza densa di entusiasmi, affermazioni, sconfitte, intuizioni. La rivelazione più clamorosa riguarda il Modello Copernicano: non è Galileo ad intuirlo per primo, ma per primo riesce a dimostrarlo scientificamente, grazie proprio all'uso di quel telescopio di cui si era impropriamente attribuito l'invenzione. Le conseguenze di tale dimostrazione sono dirompenti: la Chiesa non è disposta ad abbandonare la teoria tolemaica del geocentrismo, l'Inquisizione processa Galileo e gli pone una scelta lacerante: restare fedele a sé stesso, agli allievi, accondiscendere fino in fondo al demone della scienza e ad essa sacrificare la vita, oppure salvarsi, abiurando le teorie rivoluzionarie. Lo scienziato decide per la salvezza. E se, nella prima edizione del dramma, Brecht sembra scorgere in ciò il tentativo di continuare segretamente a servire la scienza e la ricerca, nelle rielaborazioni successive appare invece sempre più determinato a condannare la codardia con cui il protagonista sottomette la scienza alla politica. Nell'allestimento dell'opera, affidato alla regia di Antonio Calenda e - per il ruolo del titolo - ad uno dei maggiori protagonisti della scena nazionale, Franco Branciaroli, la scelta è quella di rendere visibile l'azione brechtiana e insieme gli esiti della scienza galileiana, creando una scena-cosmo-mente in cui risalta la piccolezza dell'uomo proporzionata all'immensità dell'universo.

Accanto al protagonista un cast numeroso: Lello Abate, Alessandro Albertin, Giulia Beraldo, Tommaso Cardarelli, Giancarlo Cortesi, Emanuele Fortunati, Daniele Griggio, Giorgio Lanza, Lucia Ragni, Jacopo Venturiero, Nicole Vignola.

Per ulteriori informazioni sullo spettacolo Tel. 0763/340493  www.teatromancinelli.it

Pubblicato il: 06/12/2007

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