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San Venanzo. 'Quest'Amministrazione rossa, che da sessantanni governa il Comune, non accetta confronti con la minoranza o con chi la pensa in maniera diversa'

Duro intervento della "Lista civica per il cambiamento"

di lista civica per il cambiamento, San Venanzo

Dopo più di tre anni di lavori l'ottocentesco palazzo, un tempo residenza dei conti Faina, oggi sede del municipio è tornato a dar mostra di sé. Il 19 ottobre ultimo scorso è stata celebrata in pompa magna la sua inaugurazione (anche se a dire il vero le autorità più rappresentative hanno dato forfait all'ultimo minuto). Infatti l'antica residenza che il Comune, nella veste dell'allora sindaco Alfredo Rotti, acquistò nel 1964 dagli eredi dei conti Faina per il consistente importo di  25 milioni di lire, per farne la sede del municipio (con le sue cinquanta sale, di cui una quindicina dipinte, gli spazi ed i giardini attorno) è diventato negli anni un simbolo per l'intera cittadinanza, tanto che bene ha fatto il sindaco Valentini quando nel discorso inaugurale ha parlato di questa struttura come di "un bene di tutti i cittadini".

Quante storie, quanti ricordi hanno sicuramente legato la Villa Faina ai cuori della gente del Comune di San Venanzo e non solo. Apprezzabile la qualità dell'opera che è stata eseguita, peccato che nel suo discorso il sindaco si sia affrettato a riconoscere i meriti dell'opera solo agli amministratori dell'attuale e della precedente gestione comunale, con l'aiuto della "madre" Regione Umbria osannata come unica benefattrice, elargitrice dei fondi. Volutamente invece è stata omessa la menzione dell'allora Governo nazionale, guarda caso di centrodestra, che, a seguito dell'evento sismico del 1997, nel 2001 si era ben prodigato per concedere i fondi alla Regione Umbria per la ricostruzione post terremoto, attingendo dalle casse dello Stato e da quelle dell'Unione Europea. Ma questo probabilmente per i nostri amministratori è solo un piccolo dettaglio. Essi preferiscono al solito magnificare solo la "fac-totum" Regione rossa, dispensatrice di ogni panacea e curatrice di ogni malessere amministrativo .. ma la gente non è più così ingenua come la si vorrebbe che fosse!

Durante una delle manifestazioni per l'inaugurazione del  Palazzo Comunale sono stati conferiti degli attestati agli ex sindaci del Comune di San Venanzo, a coloro cioè che si sono succeduti alla guida del municipio dal dopo guerra alla precedente figura di primo cittadino. Nell'ordine sono stati consegnati riconoscimenti: 1) alla memoria di Alfredo Rotti (primo sindaco per 25 anni consecutivi); 2) a Luciano Rotti, in carica dal 1970 al 1975; 3) a Claudio Mirabasso, in carica per dieci anni; 4) ad Adriano Rossi, in carica dal 1986 al 1996; 5) a Giorgio Posti, in carica dal 1996 al 2005. Ciascuno degli ex sindaci nel prendere il riconoscimento ha speso delle parole di ringraziamento e taluni si sono prodigati per incentivare i giovani nell'indirizzo della politica, ritenuto un fondamentale strumento per garantire la democrazia nel Paese ed uno di loro ha voluto aggiungere che "senza la democrazia si rischia la dittatura". Mai questa esternazione può essere tanto condivisa dai cittadini ed in particolare dalla locale "Lista Civica per il Cambiamento", peccato però che nella realtà sanvenanzese esista l'eccezione applicativa. Infatti attraverso l'esercizio di un metodo "particolare" di fare politica da parte della maggioranza, l'aspetto democratico nella nostra società risulta fortemente compromesso. Per democrazia il dizionario definisce: "Forma di Governo fondata su una visione ugualitaria dei rapporti sociali e dei diritti civili e politici, dove la massa dei poteri è concentrata nelle mani degli eletti del popolo e l'insieme delle forze politiche lottano contro ogni forma di assolutismo o di classismo". Purtroppo in questo Comune vige la regola che "o la si pensa come chi amministra altrimenti si è tagliati fuori". Infatti quest'Amministrazione rossa, che da sessantanni governa il Comune, non accetta confronti con la minoranza o con chi la pensa in maniera diversa, ed applica alla lettera il "privilegio" di avere la massa dei poteri solo nelle proprie mani. Del resto anche Mons. Chiaretti circa un anno fa fece un' esternazione che la diceva lunga sul modo di operare anche della Regione Umbria. L'alto prelato dichiarava che "in Umbria i cattolici sono stanchi, sempre più poveri di speranza, sempre più indifferenti, disaffezionati e disimpegnati, alla politica. E la ragione risiede nel REGIME CHE GOVERNA L'UMBRIA DA 60 ANNI".
Forse grazie a questo accostamento che riusciamo a comprendere meglio il perché di tanta "genuflessione" nei confronti dell'amata Regione, da parte dei politicanti di San Venanzo: sarà lo stesso "metodo" che li accomuna? Va menzionato che se è vero che si sono susseguiti diversi sindaci con le relative amministrazioni rosse, è altrettanto vero che di pari passo si sono succedute anche diverse opposizioni consiliari , rappresentate da vari capi gruppo, ed allora come hanno meritato l'attestato i sindaci crediamo doveroso, per democrazia, che almeno una "menzione" ai capi gruppo di minoranza fosse stata quantomeno dovuta.

Ma questo forse può succedere solo nelle favole ..

Pubblicato il: 18/11/2007

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