Ottantenne, invalida al 100%, con impossibilità di autogestione. Ma non gli riconoscono l'accompagnamento

ORVIETO - Eleonora T., 80 anni, invalida al 100% "con difficoltà gravi". Eppure per ben due volte la Asl le ha negato la pensione d'accompagnamento. L'ultima in questi giorni, come è venuta a sapere informalmente la figlia della donna, Donatella B., una quarantenne orvietana, indignata di fronte a quella che considera "un'ingiustizia assurda". La donna che anche ha lasciato il lavoro per curare il padre e la madre (era agente di commercio fino a due anni fa, quando la triste vicenda è iniziata) ora è disposta al ricorso, ma è anche consapevole che a questo punto i soldi potrebbero arrivare quando, forse, sarà troppi tardi.  L'anziana è stata operata per un tumore quattro anni fa. "Da quel momento ha avuto un crollo di arteriosclerosi - dice la figlia - fino al punto, col tempo, di non essere più autosufficiente".

La situazione negli ultimi anni è precipitata col padre della donna bisognoso anche lui di assistenza. "Chi come me si trova a fronteggiare situazioni simili senza la copertura di una rete familiare - denuncia la donna - trova una risposta del tutto inadeguata se non assente da parte delle strutture sanitarie". "Il ricovero in ospedale non è possibile, non esistono sono strutture di lungo-degenza e l'assistenza domiciliare mi è stata proposta per una sola ora al giorno. E per giunta - conclude Donatella - il mancato riconoscimento dell'accompagnamento. Che cosa dovrebbe fare una persona nelle mie condizioni?".

A Donatella, lunedì scorso, non è rimasto che ricoverare la madre alla residenza protetta San Giovanni Bosco di Monterubiaglio dove, a fine mese, dovrà pagare una retta di 1250 euro (residuo della metà versata dalla Asl). Soldi che ovviamente, con la pensione minima dalla madre, quella di 900 euro del padre e lei a reddito zero, assolutamente non ha.