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Uccise un compagno di caccia. Ieri prima udienza in tribunale

Il terribile incidente è avvenuto due anni fa durante una battuta di caccia al cinghiale nei boschi di Corbara

ORVIETO - "Un tiro tecnicamente indisciplinato". Così, ieri mattina, il perito balistico ternano, Sandro Gabriele alla prima udienza del processo che vede alla sbarra per omicidio colposo un cacciatore romano - C.D.A. le iniziali - dal cui fucile, nell'ottobre di due anni fa, sarebbe partito il colpo che ha tolto la vita ad un compagno di squadra, Romano Grilli, 65 anni di Tivoli. Il terribile incidente, durante una battuta di caccia al cinghiale, nei boschi di Corbara.

 

Di fronte al giudice Di Stefano, oltre al perito, hanno fornito la loro versione dei fatti alcuni compagni di squadra dell'uomo, tra cui il capobattuta. Dalle testimonianze è emerso in maniera unanime che Grilli quella mattina era giunto in ritardo a Corbara, a battuta iniziata. Il caposquadra, al suo arrivo, aveva quindi dato ordine di sospendere tutte le operazioni, perché Grilli potesse occupare la "posta", come viene definita in gergo, in condizioni di sicurezza. Cosa che fece.  Salvo poi, un'ora più tardi circa, essere ritrovato riverso in terra, senza vita, colpito da un colpo partito, a quanto pare, una mezz'ora prima.

 

Ad accorgersi il vicino di "posta" che non sentendo alcun rumore, temeva che l'uomo si fosse addormentato. Grilli, invece, era già deceduto, disteso a terra, inspiegabilmente 7-8 metri più avanti della posta assegnata, in posizione "pericolosa" come ha sostenuto il caposquadra. Il colpo che ha raggiunto il cacciatore, come ricostruito dal balistico, sarebbe stato deviato da un arbusto.

 

In ogni caso, a causa della folta vegetazione, l'attuale imputato, sempre secondo il perito, non avrebbe potuto vedere un animale a quella distanza. La prossima udienza il 15 aprile 2008.

Pubblicato il: 07/11/2007

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