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In Umbria 627 sagre. Uno studio della Regione

Evitare incomprensioni con gli operatori del commercio e della ristorazione. Importanza delle sagre nella promozione dell'Umbria e nella valorizzazione del suo territorio

Le sagre in Umbria si caratterizzano come fenomeno strutturato,  diffuso nella quasi totalità dei comuni (89,1%) e rivolto  in maniera consistente alla valorizzazione di prodotti tipici locali (30%). Serve tuttavia un ulteriore salto di qualità sul fronte dell'attenzione ambientale, in particolare nella raccolta differenziata, e della regolamentazione da parte dei comuni. Questo il quadro delle sagre in Umbria secondo la  rilevazione effettuata dal Servizio commercio della Regione Umbria, in collaborazione con l'Agenzia Umbria. Lo studio, presentato a Perugia  dall'assessore regionale allo sviluppo economico Mario Giovannetti, dal dirigente del Servizio commercio della Regione Umbria, Enzo Santucci e dal coordinatore tecnico per le questioni del commercio dell'"Anci" Umbria, Angelo Scasellati, "mette a fuoco per la prima volta - secondo Giovannetti - gli aspetti di un fenomeno che coinvolge centinaia di operatori ed un pubblico numeroso proveniente anche da fuori regione".
Nel 2006 si sono tenute in Umbria  627 sagre (realizzate in 29 comuni della provincia di Terni ed in 53 comuni di quella di Perugia), di queste il  37% ha avuto una durata superiore ai 5 giorni (il  19% ha superato i 10 giorni), con un numero medio di 8 sagre sul totale dei comuni che le effettuano (82 su 92). Nello specifico  il 39% dei comuni organizza da 5 a 13 sagre,  l'11% da 14 a 23 sagre (come a Spoleto e Castiglione del Lago), mentre nei capoluoghi di provincia (2,2%),   che hanno la maggiore estensione di territorio e di popolazione,  si tengono oltre 24 sagre (52 a Perugia e 38 a Terni). Al riguardo si rileva che non esiste una univoca correlazione tra numero delle sagre e classe dimensionale dei comuni, infatti su 21 comuni (di cui 9 nella  provincia ternana) che hanno organizzato più di 9 sagre nel 2006, solo 8 hanno una popolazione inferiore ai 10mila residenti.
Per quanto riguarda gli aspetti regolamentari previsti della legge regionale di settore (N.46/98, art.3) solo 50 comuni (61%) hanno adottato uno specifico disciplinare. Terni è la provincia in cui si registra la maggiore adozione di disciplinari (67%, contro il 57% di Perugia). Tra i comuni che hanno adottato disciplinari troviamo i due capoluoghi di provincia, 11 comuni con più di 10mila residenti (pari al  64,7% di tale classe dimensionale) e 39 comuni con meno di 10mila  residenti (il 53,4% della classe di riferimento). La maggior parte dei comuni (27) hanno adottato i regolamenti negli anni dal 2000 al 2005, 23 nel periodo antecedente e solo 2 negli ultimi due anni.
Per quanto concerne infine le condizioni poste dai comuni per il rilascio delle autorizzazioni  si evidenzia l'importanza attribuita al rispetto delle norme igienico sanitarie ed alla presenza di  un calendario delle manifestazioni (74,4%), da incentivare invece il dato sulla raccolta differenziata dei rifiuti (34,1%).   
"I dati presentati oggi ci consentono di avere  un quadro complessivo del fenomeno delle sagre in Umbria, consapevoli delle importanti ricadute che questi eventi hanno da un punto di vista economico e sociale su tutto il territorio della regione". La legge regionale che le regolamenta il settore  rimane per Giovannetti "un valido scenario di riferimento ed i criteri  fondamentali della normativa mantengono la loro validità anche se - ha sottolineato  l'assessore - occorre  migliorare la regolamentazione delle iniziative.  La Regione promuoverà  ulteriori  approfondimenti sulla materia attraverso incontri con i  comuni, le associazioni di categoria ed i promotori e organizzatori degli eventi. L'obiettivo - ha concluso l'assessore -  è di continuare a monitorare il fenomeno, stimolarne la qualificazione verso la tipicità,  rilanciare i calendari comunali per scongiurare eccessive concentrazioni e, soprattutto, prevenire possibili degenerazioni in senso consumistico e paracommerciale di manifestazioni così radicate sul territorio".
"A questa prima rilevazione - ha annunciato Santucci - seguiranno ulteriori approfondimenti statistici relativi alla tipologia degli organizzatori delle sagre ed alla 'anzianità' delle manifestazioni, molte delle quali hanno preso avvio attorno agli anni '70,  a testimoniare il forte radicamento di queste  iniziative".
Per Scasellati "occorre evitare su questa materia incomprensioni  e difficoltà tra amministratori comunali ed associazioni di categoria, soprattutto del commercio e della ristorazione. Avvalendoci del metodo della concertazione - ha aggiunto il rappresentante di "Anci" Umbria, lavoreremo insieme a tutti gli altri soggetti interessati per disciplinare in modo definitivo tutti gli aspetti di un settore che  gioca una parte importante  nella promozione dell'Umbria e nella valorizzazione del suo territorio".

Pubblicato il: 28/10/2007

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