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Caso Achilli, settimana decisiva

Ripresa del processo fissata per stamani e le altre due udienze già messe in calendario per domani e venerdì. Il processo per omicidio volontario è a carico dei due 22enni orvietani che, nel novembre del 2000, trovarono, ai piedi della Rupe che cinge il viale della Confaloniera, il corpo senza vita del giovane Roberto Achilli

di Stefania Tomba

ORVIETO - Caso Achilli, settimana decisiva. Tra la ripresa del processo fissata per stamani e le altre due udienze già messe in calendario per domani e venerdì, il tribunale dei minori di Perugia è deciso a chiudere l'istruttoria nel processo per omicidio volontario a carico dei due 22enni orvietani che, nel novembre del 2000, trovarono, ai piedi della Rupe che cinge il viale della Confaloniera, il corpo senza vita del giovane Roberto Achilli.

Fare presto e bene. Sembra essere questo - nell'interesse dei ragazzi, della famiglia della vittima e della giustizia - il motto dei magistrati, chiamati a fare definitiva chiarezza, tanto su quella tragica e misteriosa morte, quanto sulle eventuali responsabilità dei due ragazzi oggi sul banco degli imputati. In aula stamani, rigorosamente a porte chiuse, sfileranno gli ultimi due testi del pm: un maresciallo dei carabinieri che ha svolto le ultime indagini disposte dalla procura dei minori e un militare orvietano che condusse le indagini all'epoca. Sono citati per stamani anche i testi della difesa, una quindicina in tutto.

Tra questi alcuni operatori dei servizi sociali che conoscevano Roberto e il suo ambiente familiare, il medico legale Marchino che eseguì la prima ispezione cadaverica sul corpo ma anche un 38enne orvietano che ha affermato di aver visto il giovane Achilli nello spazio temporale tra la scomparsa (venne ritrovato - ricordiamo - dopo quattro giorni che non faceva ritorno a casa) e il tragico decesso.

La delicatissima istruttoria segue ad un'odissea di chiusure e riaperture del fascicolo. La famiglia del ragazzo non ha mai creduto, infatti, all'ipotesi del suicidio. D'altro canto la procura di Orvieto aveva riaperto il caso in coda ad un'indagine per molestie telefoniche in cui emersero ammissioni di colpevolezza da parte dei ragazzi. Dichiarazioni poi ritrattate, perché, secondo la difesa dei 22enni sostenuta dai legali Bruno e Giovannini del foro di Perugia, fatte sotto l'effetto di alcol e stupefacenti.

Pubblicato il: 16/10/2007

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