La televisione che ci piacerebbe guardare
Illustri giornalisti si sono confrontati sul tema 'Informazione-democrazia:la Tv che vorrei'
Cronaca
Martedì 10 giugno presso la Sala del Governatore del Palazzo dei Sette in Orvieto, illustri rappresentanti del giornalismo italiano si sono confrontati sul tema "Informazione-Democrazia: la TV che vorrei".
L'incontro, aperto al pubblico, è stato promosso dall'Associazione "Nova Itinera" in collaborazione con il Comune di Orvieto.
Moderatore del dibattito Nuccio Fava, giornalista e Presidente dell'Associazione promotrice dell'iniziativa che ha sollecitato gli interventi degli oratori invitati - Mario Chiavario, docente di Procedura Penale all'Università di Torino, Paolo Di Giannantonio, giornalista del TG1, Franco Siddi, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana - dei giornalisti presenti e di coloro che sono stati richiamati dall'urgenza e dalla pregnanza del tema in questione.
Durante l'incontro si è cercato di ragionare su come la televisione, forse il più importante mezzo mediatico presente in tutte le nostre case, così criticato e vilipeso ma anche così visto e apprezzato, debba qualificarsi oggi e su come esso debba coniugare le sue esigenze mediatiche con quelle dell'informazione e di coloro che la fanno e la ricevono.
Il dibattito è stato intenso, non sono mancati spunti polemici e richiami a cose, fatti e persone della politica passata e di quella attuale.
Il tema è abbastanza complesso, le idee in merito tante e di varia coloritura politica.
Durante il confronto ne sono emerse molteplici tese a spiegare qual è la televisione che non vorremmo vedere noi che in televisione non appariamo, noi che ricordiamo che la televisione "martella" ma dimentichiamo che fa compagnia, noi che sottolineiamo che la televisione è spazzatura ma non la scegliamo, noi che dopo tutto abbiamo ogni volta la possibilità di spegnerla.
E allora mi chiedo, qual è la televisione che ci piacerebbe guardare?
Forse.la televisione che ci piacerebbe guardare è una televisione in cui ci sia equilibrio tra il tempo del divertimento, dell'informazione e dell'approfondimento;
forse.la televisione che ci piacerebbe guardare è la televisione in cui non si fanno i processi perché questi li fanno i magistrati nelle aule dei tribunali;
forse.la televisione che ci piacerebbe guardare è la televisione in cui non sia difficile salvare qualcuno dall'accusa di trattare diversamente amici e avversari;
forse.la televisione che ci piacerebbe guardare è la televisione in cui ci sia posto per la politica che torni ad essere cosa comune;
forse.la televisione che ci piacerebbe guardare è la televisione in cui si racconta la realtà e non la rappresentazione di essa;
forse.la televisione che ci piacerebbe guardare è la televisione in cui non sia l'audience la stella polare che guida chi la televisione la fa;
forse.la televisione che ci piacerebbe guardare è la televisione in cui si ponga debitamente attenzione alle esigenze di tutela delle persone indifese;
forse.la televisione che ci piacerebbe guardare è la televisione in cui il giornalista sia testimone e interprete onesto della verità;
forse.la televisione che ci piacerebbe guardare è la televisione in cui si avverta la necessità di rispettare le persone che vadano a colloquiarvi;
forse.la televisione che ci piacerebbe guardare è la televisione in cui si abbia rispetto della dignità della persona, che si tratti di un pregiudicato o di un presunto tale, che si tratti della vittima o del carnefice.
Pubblicato il: 12/06/2003