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Perché la lista Letta non parteciperà alla "festa" di chiusura della campagna elettorale per le primarie

Venerdì 12 ottobre, in Piazza della Repubblica ad Orvieto, a partire dalle ore 17, si terrà una "festa" di chiusura della campagna elettorale per le primarie del partito democratico.
Vi parteciperanno i rappresentanti di tutte le liste ma non i rappresentanti delle liste a sostegno di Enrico Letta.
Può apparire strano. Ma in realtà non lo è.
Fin dalla prima comunicazione che mi pervenne circa le caratteristiche della "festa" progettata dai rappresentanti delle altre liste, io proposi che, al di là della "festa", oltre l'appello finale al voto, proprio per rendere la "festa" più interessante ed efficace, ritenevo opportuno che si organizzasse un confronto pubblico tra i rappresentanti delle diverse liste affinché fossero rese note le posizioni che differenziano le varie liste. I cittadini hanno il diritto di conoscere perché si sono presentate più liste. E ciò mi sembrava una necessità del tutto evidente e più che comprensibile.
Mi sbagliavo però.
Un confronto pubblico tra i candidati alla segreteria nazionale è stato richiesto più volte da Enrico Letta e Rosy Bindi. Ma Veltroni non ha acconsentito. E pensare che Veltroni è il candidato "superfavorito". Tale diniego pertanto induce a formulare forti perplessità sulla "democraticità" del nuovo partito che Veltroni intende costruire. Per fortuna che ci sono altri, Letta e la Bindi, che la pensano diversamente.
E quindi i sostenitori locali di Veltroni, o almeno una parte, in primo luogo i giovani che adesso guidano i DS solo per quanto riguarda le decisioni meno importanti (le decisioni più importanti le prendono ancora i "vecchi") ed anche, sembra, i sostenitori locali della Bindi (Orvieto è una città sicuramente alta ma anche strana, molto strana...) rifiutano il confronto pubblico, tramite un dibattito, che si poteva tenere anche prima della "festa" in un'altra sede, in cui tutti potessero esprimere le proprie posizioni, eventualmente intervistati da giornalisti locali.
E pensare che domani sera a Città della Pieve si terrà un incontro a cui parteciperanno tutti i candidati alla segreteria regionale.
I sostenitori orvietani di Veltroni e della Bindi temono forse un dibattito pubblico? Non lo so. Ma credo però che il nuovo partito, dopo il 14 ottobre, ad Orvieto e altrove, dovrà essere realmente più democratico degli altri partiti, anche di quelli che hanno contribuito a farlo nascere.
Io spero vivamente che, dopo questo "passo falso", dal 15 ottobre in poi, i sostenitori orvietani di Veltroni e della Bindi, o meglio soprattutto coloro con i quali ho interloquito, diventino più "democratici" e siano disponibili a intraprendere un percorso comune per costruire un partito davvero nuovo.

Paolo Borrello

 

Pubblicato il: 11/10/2007

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