Orvieto classico, una nuova lettura

di Stefania Tomba

ORVIETO - Non solo un vino capace di esprimere grande personalità, ma un vino dalle mille personalità. Avrebbe riservato grandi sorprese a chi fosse solito avvicinarsi con sufficienza all'Orvieto, la degustazione tematica che si è svolta sabato sera, a cura della condotta Slow Food di Orvieto, presso la vineria delle Buone Lettere (nell'ambito di Orvieto con Gusto), con quattro protagonisti d'eccellenza del panorama vitivinicolo locale: Antinori, Le Velette, Palazzone e Barberani.  

Le prime tre cantine (presenti Renzo Cotarella, Carlo Bottai e Giovanni Dubini) hanno presentato le rispettive etichette che declinano l'Orvieto nella sua varietà Superiore, mentre Luigi Antonio Barberani ha proposto la muffa nobile.  La degustazione - condotta da Alessandra Ruggi di Gambero Rosso Channel - ha offerto uno spaccato significativo sul tipo di sperimentazione che le quattro cantine stanno portando avanti nell'obiettivo di un rilancio della Doc Orvieto.

Si tratta delle stesse aziende che, da aprile scorso, per andare in questa direzione hanno stabilito una più stretta sinergia all'insegna di alcune scelte comuni. In particolare, l'intenzione di puntare alla valorizzazione del Superiore - ma anche delle muffe nobili in cui credono soprattutto Cotarella (Renzo) e Barberani - e l'impegno sul fronte della qualità come su quello dell'immagine e del marketing.

A parlare delle potenzialità e della versatilità della formula individuata i calici, presentati di fronte ad una folta platea: tecnici, semplici appassionati e alcuni - pochi per la verità - rappresentanti di altre cantine locali. 

 I vini in degustazione:

Antinori, San Giovanni della Sala 2006 - Orvieto classico Superiore

Le Velette, Lunato 2006 - Orvieto classico Superiore

Palazzone, Campo del Guardiano 2004 - Orvieto classico Superiore

Barberani, Calcaia 2004 - Muffa nobile