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La Finanziaria abolirà la Comunità montana monte Peglia e selva di Meana

Appello a Regione, Provincia e sindacati di presidente e assessori dell'ente montano in difesa della loro esistenza, posta in dubbio dalla necessità di limitare i costi della politica e il numero degli enti non necessari

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La finanziaria farà scomparire parte delle comunità montane italiane, quelle che poco hanno di montano, e tra queste quella del Monte Peglia e della Selva di Meana.
L'iniziative governativa, che introduce criteri altimetrici più "montani", è all'interno delle iniziative tese a limitare i costi della politica.

E' ovvio che "il tacchino" cerca di allontanare il Natale e quindi presidente e assessori della Comunità montana Monte Peglia e selva di Meana lanciano un appello a tutte le istituzioni per la difesa del loro ente e dell'occupazione che garantisce.
Non credo che l'eliminazione eventuale della Comunità montana nostrana comporterebbe il licenziamento del personale impiegato, che potrebbe trovare occupazione in altri enti, ma certamente aiuterebbe quel processo di snellimento della macchina pubblica di cui tutti dichiarano la necessità. In Sardegna e Sicilia sono già state abolite ma le comunità montane sono ancora 350, con presidenti, assessori, consiglieri e macchina burocratica al seguito.

 

Questo l'appello a Regione, Provincia e sindacati che proviene dalla Comunità montana Monte Peglia e Selva di Meana:

"Il DDL Lanzillotta/Santagata e l'art. 16 della Finanziaria, introducono nuovi criteri altimetrici ("montanità" subordinata a parametri altimetrici e limiti altitudinali superiori a 500 m slm per almeno l'80% del territorio, oppure dislivelli di m 500 per almeno il 50% del territorio) che stravolgono gli attuali assetti montani.

Le ipotesi di razionalizzazione e di contenimento dei costi delineate nelle manovre del Governo nazionale, sembrano infatti finalizzate esclusivamente ad operare tagli indiscriminati al funzionamento delle Comunità Montane, senza preoccuparsi delle conseguenze sulle politiche di sviluppo socio-economico di vasti territori, marginali e svantaggiati, prima ancora che montani.

Ne è evidente riprova la nostra Comunità Montana che, sulla base delle simulazioni effettuate, sarebbe destinata a scomparire alla pari di gran parte degli altri enti montani umbri.

Tutela e valorizzazione degli ambienti rurali, interventi di salvaguardia idrogeologica e di bonifica, gestione dei parchi e degli ambienti naturali, funzioni amministrative in campo agricolo e forestale, sostegno alla popolazione ed alla economia rurale, presidio di zone alto-collinari e montane, funzioni associate in favore dei Comuni membri, ecc.: tutte queste funzioni oggi svolte con competenza ed apprezzamento dalle Comunità Montane, rischiano d'un colpo di essere vanificate dal legislatore, che dovrebbe invece affrontare tali argomenti nell'ambito della più ampia riforma della pubblica amministrazione, come sostenuto recentemente dalla stessa presidente della Regione Umbria scesa a sostegno delle Comunità Montane.

La Regione Umbria peraltro ha dato chiari segnali anticipatori, procedendo, nell'ambito della riforma endoregionale, a riordinare proprio le Comunità Montane, riducendone il numero ed i costi di funzionamento per gli amministratori, ma ampliandone il significato ed il ruolo negli assetti istituzionali umbri.

Il presidente e gli assessori della Comunità Montana, consapevoli della gravità della situazione che potrebbe avere riflessi negativi immediati anche sugli aspetti occupazionali, invitano tutti i soggetti istituzionali - Regione, province e comuni, unitamente alle Organizzazioni Sindacali, alle Associazioni di categoria ed alle forze politiche - a sostenere le ragioni dei territori montani, marginali e svantaggiati e delle popolazioni che vi risiedono, attraverso una mobilitazione generale che consenta di stralciare il provvedimento del Governo sui costi della politica, che rischierebbe altrimenti di configurarsi come iniziativa esclusivamente contro le Comunità Montane.

Auspicano per contro che il tema delle riforma delle Comunità Montane rientri nel quadro più generale ed in fase avanzata di riflessione, di riforma degli assetti istituzionali e della pubblica amministrazione con particolare riferimento alla rivisitazione del D.Lgs. 267/2000 (Testo unico degli enti locali)".

 

Pubblicato il: 07/10/2007

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