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Il Comitato nazionale del paesaggio presenta le osservazioni alla variante al Piano regolatore

Sì al "Sentiero del miracolo di Bolsena" e no ad attrezzature sportive nell'area del cimitero degli inglesi. No alla complanera se ci sarà il casello A1 a nord. E poi la variante di Sferracavallo e la difesa

foto di copertina

Il Comitato Nazionale del Paesaggio Umbria - Tuscia ha presentato osservazioni alla variante al Piano regolatore del Comune di Orvieto. Costituiscono un contributo importante del mondo delle associazioni alla definizioni del nostro territorio e al suo sviluppo, se saranno tenute nella dovuta considerazione.

Pubblichiamo per esteso le osservazioni, così come abbiamo fatto per quelle presentate da Italia Nostra. 

Vista la variante al PRG parte Strutturale adottata con deliberazione del Consiglio Comunale n. 95 del 04/04/2007;

"Il Comitato Nazionale del Paesaggio Umbria-Tuscia

Premesso che questo Comitato ha ritenuto opportuno presentare, a pochi giorni dall'adozione, una richiesta a Codesta spettabile Amministrazione comunale, nelle sue diverse componenti tecniche, professionali e politiche, per valutare la opportunità di adottare un metodo di valorizzazione del processo di partecipazione con l'illustrazione puntuale alla cittadinanza delle ragioni che avevano determinato l'adozione dell'atto adottato, ritenendo che la mera pubblicazione degli atti all'albo comunale non potesse configurare l'attivazione di quei percorsi di partecipazione tante volte auspicati nei programmi politici, ma nei fatti scarsamente praticati;

 

considerato che con rammarico abbiamo riscontrato che alla nostra richiesta non è seguito alcun atto concreto e non abbiamo nemmeno avuto il piacere del minimo cenno di riscontro, quando la corretta prassi richiede a nostro parere che non possano essere evitate risposte, in particolare in rapporto alla rilevanza specifica degli atti amministrativi rilevanti per l'interesse generale, quali gli atti incidenti sull'urbanistica e la pianificazione del territorio;

 

ritiene opportuno apportare il proprio contributo all'atto adottato formulando le seguenti

 

osservazioni.

 

Questo Comitato osserva:

 

che il Parco Culturale (art. 42 NTA) venga esteso a tutto il triangolo delimitato nella tav. 23.2 dal confine con il Comune di Castelgiorgio, dal confine di regione e dalla SS.Umbro-Casentinese. Infatti questa aerea risulta tra le più significative sia sotto il profilo paesaggistico, sia sotto quello culturale e archeologico avendo il proprio riferimento al toponimo Vietena ed essendo attraversata dal sentiero storico Orvieto-Bolsena, risultando dunque una sorta di epicentro per la identità territoriale locale; in buona sostanza si tratta del principale centro territoriale di rilevanza archeologica, oltre che paesaggistica.

 

che il sentiero, già oggi percorso a piedi da numerosi gruppi di persone tra Orvieto e Bolsena, anche in ossequio ad accordi e programmi di valorizzazione tra le due città, venga adeguatamente identificato, tutelato anche normativamente e identificato con una denominazione particolare quale, a titolo esemplificativo, "Sentiero del miracolo di Bolsena";

 

che venga identificata una area di tutela con particolare vincolo dei beni archeologici esistenti relativa alla vasta necropoli disseminata lungo il percorso storico citato e precisamente tra il podere Colonnette, il fosso del Monte Panaro e il confine di regione, e anche a protezione delle aree ipoteticamente rilevanti, d'intesa con il Ministero dei Beni Culturali e le Soprintendenze interessate archeologica e paesaggistica;

 

che venga identificata una area di tutela dei beni archeologici riscontrati e ipotetici idonea al principio della tutela preventiva in località Tamburino, sempre d'intesa con il Ministero dei Beni Culturali e le Soprintendenze interessate archeologica e paesaggistica;

 

che venga eliminata la previsione della nuova zona F in prossimità del Cimitero di guerra degli Inglesi. Non si comprende la ragione dell'apertura di un ulteriore fronte per servizi e attrezzature sportive dal momento che esiste già una localizzazione consolidata in tutt'altra zona. La nuova localizzazione appare completamente episodica e casuale, inaugura un fronte di espansione urbana a macchia d'olio finora non intaccato inaccettabile per un minimo di attenzione alla sostenibilità dichiarata. Perdipiù non esiste nessuna valutazione a giustificazione di tale grave scelta se non una operazione di banale espansione urbana incontrollata verso qualsiasi direzione e in modo assolutamente casuale in area di pregio agricolo e paesaggistico.

La previsione appare inoltre in evidente contrasto con le definizioni e i presupposti della Udp 4Vp adottate in seguito all'adeguamento al PTCP;

 

in continuità con la richiesta di soppressione della zona F al bivio della strada per Osarella e della complanare in caso di realizzazione del casello nord, si richiede la soppressione della viabilità di nuova previsione sul lato orientale di Cicoria e del relativo nuovo ponte. L'accesso all'ospedale è garantito dall'alleggerimento del traffico sull'unico ponte oggi esistente per la realizzazione del nuovo ponte sul lato La Svolta e non si comprende la necessità di un terzo ponte in una zona priva di servizi, abitazioni e prospettive di crescita.

 

Analogamente, si richiede la soppressione della cosiddetta complanare se la scelta prioritaria che viene ad essere considerata è quella del nuovo casello autostradale nord. La convivenza delle due opzioni (casello + complanare) appare convincente solo in una ottica di spreco delle risorse pubbliche e scarsa valutazione dell'impatto economico e ambientale. Occorre rammentare le osservazioni e le cautele della stessa Regione dell'Umbria ai fini del consumo di suolo e della riduzione della capacità di assorbimento del flusso di piena idraulico. Peraltro in caso di realizzazione del casello nord potranno essere facilmente adottate quelle misure di riorganizzazione e miglioria della rete esistente per i collegamenti interni che rendono superflua la previsione della complanare, specie in rapporto al consumo di suolo, all'impatto sul paesaggio e sull'ambiente.

In riferimento allo stesso tema appare altresì incomprensibile la previsione di una stazione di servizio carburanti che sembra di prematura previsione sia per l'ubicazione, sia per l'accentuazione degli ingombri e l'impatto sul paesaggio. Ammesso cha la viabilità venga realizzata sarà opportuno procedere ad una valutazione meno ingombrante e più funzionale a seguito di una analisi attenta delle necessità e delle opportunità di soluzione;

 

sempre in rapporto alla eventuale realizzazione del casello nord si chiede che venga prevista una area di rispetto idonea ad evitare il fenomeno tipico nel nostro Paese e quindi anche ad Orvieto, dell'affastellamento delle nuove attività e delle urbanizzazioni delle aree agricole in forma caotica ed incontrollata non appena intravista la nuova opportunità, anche al fine di evitare eventuali fenomeni speculativi, rendite di posizione e fondiarie, ecc. Si richiede pertanto che venga istituita una zona di rispetto inedificabile di almeno 1000 metri facendo centro sul nuovo casello;

 

quanto alla previsione di nuova viabilità a Sferracavallo, tenuto conto delle diverse soluzioni che nel tempo si sono succedute per questa località nel tempo e che non hanno portato ad alcuna effettiva realizzazione conservando l'unica funzione di definire un limite invalicabile per una espansione urbana che poi sistematicamente ha valicato tale limite, si rileva la frammentarietà e l'apparente discontinuità a causa di una geometria di una successione di spezzate da farla apparire francamente originale. La previsione sembra poi nei fatti non tenere conto della riduzione di traffico che la realizzazione del casello nord o della complanare possa comportare e dunque se ne richiede la soppressione per una più attenta valutazione in base alle nuove condizioni. Nel caso di una sua conferma o di una nuova soluzione si richiede che i terreni risultanti tra la nuova viabilità e la zona urbana esistente siano destinati a parco urbano in modo da evitare quel rischio di saturazione urbana che le viabilità storicamente comportano e allontanare il transito veicolare effettivamente dalla zona abitata; in conseguenza si ritiene che tutte quelle previsioni di verde pubblico "virtuale" prive di reale significato per il cittadino in quanto localizzate nelle fasce di rispetto della viabilità, dove è assolutamente evidente la illogicità di localizzare un verde pubblico per evidenti motivi, o triangoli in prossimità di curve della viabilità, o fasce di rispetto cimiteriale, ecc. risultino di nulla utilità e quindi si richiede che vengano eliminate con una loro concentrazione in aree come quelle in precedenza identificate;

 

che venga puntualmente riportata in cartografia la viabilità storica e antica già presente nel PTCP e non segnalata;

 

che venga esteso e completato il lavoro sui Beni immobili di interesse storico, architettonico e culturale con la redazione di un vero censimento esteso alla totalità dei beni. Infatti non è comprensibile la logica di una selezione o di una lettura a campione quando i risultati comportano vincoli e opportunità variabili in base alla classificazione stessa. Si richiede inoltre che vengano inserite quelle valutazioni e indicazioni di maggior dettaglio, quali la scheda planimetrica della tipologia e del processo di crescita, le componenti compositive e la relazione con l'ambiente e il paesaggio circostante, secondo prassi consolidate;

 

che venga soppressa la viabilità di nuova previsione a servizio delle lottizzazioni già realizzate o di quelle che si può ritenere che vengano realizzate. Questa evidentemente dovrà far parte delle nuove previsioni a carico di chi interverrà e non può configurare un intervento di interesse generale;

 

che, infine, venga provveduto alla redazione di un elaborato di confronto tra lo stato prima della variante e quello variato in quanto non risultano comprensibili gli interventi dal momento che sono identificate soltanto le soluzioni finali. Per di più nella documentazione prodotta non risulta lo stato attuale del Piano Regolatore. Si ritiene infatti che debba essere assolutamente evidente e chiara nel dettaglio la definizione delle previsioni e gli scostamenti dallo stato preesistente per la massima trasparenza amministrativa. In questo senso si richiede che il Piano debba essere integrato con la documentazione mancante relativa al censimento dei Beni immobili di interesse storico, architettonico e culturale e con la dimostrazione puntuale delle variazioni in aggiunta o sottrazione rispetto al PRG vigente.

 

Il Comitato Nazionale del Paesaggio Umbria - Tuscia

Pubblicato il: 29/09/2007

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