Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Italia Nostra in difesa dell'ambiente scrive a Sovrintendenza, Comune, Provincia e Regione

L'associazione presieduta da Lucio Riccetti presenta la sua preoccuopazione per il proliferare delle cave e per la contraddittoria azione amministrativa alla ricerca di una via sostenibile di sviluppo

foto di copertina

Italia Nostra, sezione di Orvieto, interviene nella difesa dell'ambiente orvietano con lettere inviate agli enti preposti alla salvaguardia del territorio in merito alla presenza nell'Orvietano di una straordinaria attività estrattiva. Al sindaco di Orvieto il presidente Lucio Riccetti ha poi inviato le osservazioni alla variante al piano regolatore che saranno discusse dal Consiglio prossimamente. Cave, viabilità, difesa del paesaggio come bene cuturale le linee approfondite da Italia Nostra, di cui pubblichiamo per esteso le lettere, utile contributo alla definizione di una città alla ricerca una via di sviluppo compatibile in mezzo a continue contraddizioni.

Gli interventi integrali di Italia Nostra.
"Il proliferare di concessioni per l'apertura di cave e di impianti estrattivi è ormai diventata una vera e propria emergenza per il territorio orvietano.
La Sezione di Orvieto di Italia Nostra, riscontrando che ad oggi nessun intervento di Polizia mineraria è stato svolto nel territorio orvietano, ha scritto la lettera, che si invia in
allegato (Allegato A), alla Soprintendenza, Regione e Provincia per chiedere una maggiore attenzione e sorveglianza sia per il rilascio di nuove concessioni sia per quelle già attive.
Nello stesso tempo, ha sollevato il 'problema cave' anche nelle osservazioni alla Variante PRG.S. presentate in data 20 settembre 2007 al sindaco del Comune di Orvieto (Allegato B)

RACCOMANDATA A.R.
Orvieto, 15 settembre 2007
Arch. Maurizio Galletti
Soprintendenza per i beni Architettonici,
il Paesaggio, il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico
Via Ulisse Rocchi 71
06123 Perugia
D.ssa Maria Rita Lorenzetti
Presidente Regione Umbria
Palazzo Donini
Corso Vannucci 96
06121 Perugia
Avv. Andrea Cavicchioli
Presidente della Provincia di Terni
Via della Stazione 1
05100 Terni
La sezione di Orvieto di Italia Nostra è seriamente preoccupata per il dilagare degli impianti estrattivi nel territorio orvietano.
Si fa osservare che l'attuale PRAE (Piano regionale per le attività estrattive - approvato con Del. Reg. n.465 09/02/2005) è fortemente squilibrato nell'ambito della pianificazione di questa attività nella Regione Umbria. Infatti presenta una elevata concentrazione di cave proprio in questo piccolissimo territorio, sono attualmente censite ben 25 (venticinque) attività estrattive di vari materiali, quali:
basalti, calcari, ghiaie, sabbie, argille.
A fronte di questa pesante situazione siamo venuti a conoscenza che è stato presentato, dal signor Roberto Biagioli ed approvato dal Consiglio comunale del 4 luglio 2007, l' ennesimo accertamento per un nuovo giacimento di cava in località 'Le Prese', nella bella pianura del fiume Paglia, per una
superficie davvero preoccupante.
La nostra associazione chiede di prendere visione di tutta la documentazione depositata in conformità del Regolamento Regionale n.4 del 24/05/2000 "Norme per la disciplina dell'attività di cava e per il riuso di materiali da demolizione"e sue successive modificazioni, nonché della documentazione relativa all'attività di vigilanza e controllo messa in atto dai rispettivi uffici (regionali e provinciali) negli ultimi cinque anni, al fine di conoscere:
- se tali impianti insistono o deturpano aree vincolate o adiacenti a quelle sottoposte a vincolo;
- se è stata intercettata la falda idrica di fondo valle in qualche periodo dell'anno;
le modalità degli accertamenti dei controlli durante le lavorazioni e delle fasi di tombamento
dei lotti che vengono man mano esauriti, data l'estensione della superficie sottoposta ad
estrazione: 50 ettari! In particolare, se sono rispettate le disposizioni vigenti (L.R. n.2 del
3/1/2000; L.R. n.28 del 19/11/2001, art 7 comma 2; L.R. n.59 31/12/2002 art. 62 );
o il rispetto delle modalità di accantonamento del terreno vegetale per la ricopertura;
o la provenienza del terreno utilizzato per il tombamento, se questo è in linea con le caratteristiche fisico-chimiche del terreno prelevato (L.R. n.2 del 03/01/2000 art.6), in
particolare con la continuità idraulica, giacché la pratica dell'utilizzo dei "ponti idraulici" è molto contestata in quanto sembrerebbe non rispondere alle aspettative;
o il rispetto dei tempi e dei volumi estratti previsti nel piano di scavo e ratificato nella concessione;
- il nome dei responsabili dei procedimenti: funzionari e dirigenti di zona e del responsabile della Polizia mineraria
Cordiali saluti
Il Presidente
Lucio Riccetti

(Allegato B)
Raccomandata A.R.
anticipata via fax
Orvieto 20 settembre 2007
Dott. Stefano Mocio
Sindaco del Comune di Orvieto
SEDE
Signor Sindaco,
La Sezione di Orvieto sottopone alla Sua attenzione una serie di osservazioni in merito alla presentazione della variante al PRG.S. del giugno 2007.
La variante recepisce alcune tematiche di grande interesse, ma non sempre fornisce soluzioni adeguate.
Prendiamo atto, quindi, della riduzione delle zone 'B' da 49.063 mq a 7.127 mq (zone 'B' e 'C'), ma, soprattutto, prendiamo atto delle nuove politiche di valorizzazione dei beni territoriali e della qualità dello sviluppo.
A fronte di una dichiarazione di 'paesaggio' - inteso come risultanza formale dell'interazione nel tempo di elementi naturali ed antropici - al quale è assegnato un ruolo di 'risorsa strategica' per lo sviluppo della città e del territorio, la preoccupazione si fa strada circa la scelta delle azioni e
dei comportamenti volti ad assicurare l'equilibrio fra aspetti paesaggistici in senso stretto, ambientali, culturali e storici da un lato e aspetti economici dall'altro.
Fermo restando che la nostra definizione di paesaggio è quella di 'bene culturale', riscontriamo una certa contraddizione fra la ricerca di un 'modello diverso di sviluppo', proposta nella Variante al PRG.S., e alcune scelte adottate in merito alle attività estrattive, alla viabilità secondaria e comunale e, più in generale a quella edilizia.
Mal si combina, infatti, l'attenzione al paesaggio auspicata nella Variante, con la distribuzione non equilibrata (per usare un eufemismo) nell'ambito della pianificazione delle attività estrattive in Umbria, presente nel PRAE (Piano regionale per le attività estrattive - approvato con Del. Reg. n.465
09/02/2005), che penalizza il territorio orvietano con un'elevata concentrazione di cave: sono attualmente censite ben 25 (venticinque) attività estrattive di vari materiali, quali: basalti, calcari, ghiaie, sabbie, argille.
A fronte di questa pesante situazione, che non risparmia né la Valle del fiume Paglia né le colline circostanti, da Benano e CastelGiorgio a Montecchio, dalle 'Crete' al Botto, non è data
minima garanzia non solo in merito all'attività di vigilanza e controllo di spettanza regionale e provinciale - come previsto nel Regolamento Regionale n.4 del 24/05/2000 "Norme per la disciplina dell'attività di cava e per il riuso di materiali da demolizione"e sue successive modificazioni -, ma anche di quella relativa alla salvaguardia del territorio o paesaggio, che dovrebbe essere cardine dell'attività del Comune; specialmente per quanto attiene il rilascio delle concessioni - che non significa blocco delle attività di estrazione, ma una più attenta regolamentazione -, le verifiche sul pericolo di intercettazione della falda idrica di fondo valle in qualche periodo dell'anno o se tali impianti insistono o deturpano aree vincolate o adiacenti a quelle sottoposte a vincolo.
Soprattutto, di grande importanza, data l'estensione della superficie sottoposta ad estrazione, sono le modalità degli accertamenti e dei controlli durante le lavorazioni e delle fasi di
tombamento dei lotti che vengono man mano esauriti; il rispetto delle modalità di accantonamento del terreno vegetale per la ricopertura; la provenienza del terreno utilizzato per il tombamento, se questo è in linea con le caratteristiche fisico-chimiche del terreno prelevato (L.R. n.2 del 03/01/2000
art.6); il rispetto dei tempi e dei volumi estratti previsti nel piano di scavo e ratificato nelle concessioni.
Analoga lettura può essere fatta in merito alla viabilità. Circa il Casello autostradale (Orvieto Nord), è necessaria una valutazione attenta dell'impatto che può arrecare al consolidato e all'ambiente circostante. Va comunque individuata una reale necessita di posizionamento della
nuova viabilità in merito ad attenti studi di flussi di traffico (locale e del territorio) fra di loro  interagenti.
Più in generale, è l'intero sistema della mobilità secondaria e comunale che merita una maggiore attenzione per evitare danni quali la rotonda della Segheria, per intenderci. Prima di
ogni intervento e in ottemperanza all'attenzione al paesaggio posta in premessa della Variante, è necessario censire, rivedere e mantenere la viabilità storica e quella con maggiore valore di collegamento interregionale e intercomunale, anche per la viabilità alternativa, usando particolare attenzione a non procurare alterazioni ai drenaggi. Esempio da non ripetere è il danno arrecato alla ormai ex selciata del Tamburino.
Richiamo ad una maggiore attenzione per ciò che attiene l'attività edilizia privata. Come detto in apertura, benché ridotta da 49.063 mq a 7.127 mq fra aree 'B' e 'C' , non si può tralasciare, in fase di adozione del Piano, la necessità di un più attento controllo nelle concessioni edilizie sia per ampliamento, sia per nuove costruzioni; soltanto tre esempi: la casa in via della Stazione n.5; le palazzine in via Arno e, soprattutto, la nuova chiesa, con strutture annesse, in via di costruzione alla Segheria, a ridosso di un'area archeologica di grande importanza, soggetta a scavi di ampia portata scientifica e culturale.
Lasciamo in conclusione l'aspetto più importante: le emergenze storiche presenti nel nostro territorio, elementi cardine del paesaggio quale 'bene culturale' e territorio modificato dall'intervento dell'uomo. Ben venga la salvaguardia della Villa Valadier a Canale ma che dire del Molino Albergo della Nona? La stessa attenzione hanno avuto l'acquedotto medievale, che versa in totale abbandono e il cui ultimo segmento è stato demolito e smontato per far posto al parcheggio ex Campo della Fiera, o più in generale agli altri immobili sparsi in zona agricola, con interesse storico, architettonico e culturale, che subiscono trasformazioni le più disparate, da locande di lusso a rimesse agricole. L'attenzione dovrebbe essere indirizzata anche su quegli edifici agricoli,
che non rivestono interesse storico, ma che, sparsi capillarmente sul territorio, sono ormai integrati nel paesaggio per le evidenti peculiarità. La promozione dello sviluppo delle attività agrituristiche, inteso come volano della micro economia locale, non deve prescindere dal valutare con estrema
attenzione interventi di recupero e/o ampliamento di fabbricati rurali, onde evitare episodi di "restyling" -più o meno scellerati- che si possono individuare facilmente, percorrendo le strade del territorio comunale.
Ciò che preme sottolineare nella fase di osservazioni e di adozione della Variante al PRG.S. è la necessità di non limitare l'attenzione ad alcune aree individuate, quali il perimetro del Parco Archeologico Ambientale di Orvieto (P.A.A.O.) e dimenticare un territorio di cui il parco è parte integrante.
Italia Nostra, Sezione di Orvieto, si rende disponibile ad un incontro serio in fase di adozione del Piano
Cordiali saluti
Il Presidente
Lucio Riccetti"

Pubblicato il: 26/09/2007

Torna alle notizie...