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Albergatori. 'Facciamo ampiamente quello che ci compete'

Giuliano Portarena, presidente dell'associazione albergatori, interviene sui giudizi critici nei confronti della sua categoria sollevati dal suo precedente intervento

di Giuliano Portarena, presidente di Associazione Albergatori Orvieto, aderente a Federalberghi 

Mi sto ancora chiedendo come abbia fatto l'articolo di due settimane fa a generare le varie prese di posizione tutte sfavorevoli; del resto ho portato alla luce dei dati statistici che la Regione Umbria divulga sul proprio territorio.

La polemica vera non sta nelle statistiche, che rappresentano solo l'effetto di programmi turistici realizzati nel corso degli anni,  ma nel ruolo che tutta la comunità assegna agli albergatori.

Il nostro obiettivo è quello di essere competitivi sul mercato, e per fare questo, investiamo nel miglioramento della struttura, nei servizi ad essi connessi, inoltre supportiamo economicamente trasferte all'estero per allacciare nuovi rapporti e consolidare quelli già acquisiti: facciamo già ampiamente ciò che ci compete.

Pertanto quando ci si accusa di non saper fare o di non fare promozione turistica, non si capisce bene con quali dati si giustifichi questo pensiero.

Da parte nostra, gli investimenti per l'aggiornamento delle strutture impegnano capitali enormi quantizzati a seconda delle strutture dalle centinaia di migliaia ai milioni di euro:  questa è promozione turistica, ed anche se i dati non lo evidenziano, le imprese investono anche sui mercati italiani ed esteri.

Ma pensate che i turisti statunitensi che gravitano in città nei mesi estivi e gli australiani nei mesi invernali, vengano ad Orvieto perchè lo hanno scoperto casualmente? No, è solo grazie alla comunicazione fatta da strutture private su mercati mirati pagata da noi stessi.

L'unico errore è che questo non è stato mai comunicato adeguatamente, per cui si è evidenziata una falsa idea che gli albergatori aspettassero iniziative solo da parte pubblica: certo abbiamo fatti degli errori, ma errori che si ripercuotono direttamente solo nelle nostre tasche.

Ma forse l'idea generale che ci si è fatti è che solo le strutture alberghiere debbano investire perchè poi alla fine sono gli unici a trarne vantaggio, dimenticandosi che nella realtà tutte le attività che lavorano nel settore ne beneficiano direttamente o indirettamente.

Per cui, se ci si lamenta, non è per il piacere di piangersi addosso, come si sostiene, ma perchè la realtà della situazione odierna impone a tutti una visione strategia unica, in quanto, se la città vuole puntare sul turismo come risorsa principale c'è bisogno di una sinergia con tutte le imprese che gravitano intorno accompagnate da un piano di sviluppo che permetterebbe al territorio di diventare interessante sul mercato.

Mettere sul banco degli imputati solo gli hotel non individua e risolve il vero problema, anzi fosse stato vero il teorema "più alberghi più turismo", beh penso che ci sarebbe stata la fila per realizzarne altri, purtroppo c'è da constatare che nell'ultimo anno un albergo di 50 camere ha cambiato destinazione d'uso ed altri due alberghi di 100 camere totali sono intenzionati a fare altrettanto: il tasso  di occupazione inoltre non si riesce a spostare ed è da sempre al 33-35%.

Allora se veramente c'è l'intenzione di cambiare qualcosa della situazione odierna occorre che ognuno si prenda la propria parte di responsabilità e invece che recriminare e lamentarsi si rimbocchi le maniche e decida se è il caso di fare o di stare a guardare gli altri.

Federalberghi affronterà questi temi nei prossimi mesi.

Pertanto la sfida e la porta è aperta.

Pubblicato il: 20/09/2007

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