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Cinti. 'Tra Cardeto e Monrubio auspicabile la fusione. Ma ci vorrà tempo'

A dare la benedizione al progetto è l'ex vicepresidente avvocato Francesco Cinti, tuttora amministratore della Cardeto

di Stefania Tomba

ORVIETO - "La fusione è un obiettivo auspicabile, ma non è pensabile prima di un paio d'anni di fattiva collaborazione tra le due cantine".  A dare la benedizione al progetto è l'ex vicepresidente e tuttora amministratore della Cardeto, avvocato Francesco Cinti che torna sull'idea della sinergia tra Cardeto e Monrubio, anche in vista del possibile accorpamento, in futuro, delle due cantine.  Sull'idea del "matrimonio" rilanciata mesi fa dalla Monrubio, l'avvocato, insomma, non sembra avanzare riserve.  Se non quelle di tempo.  

"Le due cooperative - dice - sono troppo diverse, al momento, in quanto a numeri e strategie.  Solo lavorando insieme, si può pensare un domani ad una fusione".  Quello della collaborazione e della sinergia è un tema caro all'avvocato, convinto che "si possa e si debba continuare a lavorare insieme anche nella trattativa con Aldi: un affare - dice l'avvocato Cinti - che non dobbiamo davvero lasciarci scappare.  Solo insieme, però, potremo assicurarcelo nella sua interezza, sarebbe un peccato dover rinunciare ad una parte".

Nonostante le riserve espresse dalla Monrubio, la trattativa col colosso tedesco, infatti, va avanti alla Cardeto.  La cooperativa mantiene contatti con la Monrubio, naturalmente, ma sta cercando di coinvolgere anche le cantine private del territorio.  Intanto, giovedì sera alla Cardeto è sfumata l'attesa chiusura del bilancio.  L'animato consiglio, andato avanti fino a tarda sera, tornerà a riunirsi mercoledì prossimo sui conti d'esercizio, dove è rimasta in sospeso la definizione dei prezzi di liquidazione delle uve.  Argomento di non poco conto per i soci che, da questo punto di vista, aspettano con impazienza buone notizie dal cda. 

Intanto le buone notizie sono arrivate, in questi giorni, per i dipendenti dell'azienda vinicola Bigi. Per il gruppo Gruppo italiano vini (cui fa capo anche l'azienda orvietana) è arrivata, infatti, la sigla sul contratto integrativo.  Si tratta del primo contratto di gruppo, che è stato possibile raggiungere grazie alla creazione di un coordinamento nazionale delle principali Rsu delle varie aziende del gruppo, tra cui, appunto, anche quella orvietana.

"L'accordo - spiega Michele Racanella della Flai-Cgil dell'Umbria - oltre a portare un consistente incremento economico del premio quadriennale di gruppo (1400 euro di aumento) estende la contrattazione di secondo livello, fatto di grande importanza, a tutti i lavoratori, anche quelli di piccole aziende che prima ne erano esclusi.  Inoltre - aggiunge Racanella - c'è il pieno riconoscimento del coordinamento di gruppo, che si riunirà due volte all'anno per discutere con l'azienda delle strategie". Altri elementi importanti dell'accordo riguardano il codice etico aziendale, rafforzato sia sotto il profilo della sicurezza che sotto quello del controllo di filiera. Infine, c'è un pieno riconoscimento dell'importanza della formazione permanente per i lavoratori. 

"Va dato atto al Giv - conclude Racanella - di aver avuto la capacità di dare risposte concrete ai lavoratori, nonostante le incertezze sul futuro. Speriamo che altri grandi gruppi sul nostro territorio seguano questo buon esempio".

Pubblicato il: 15/09/2007

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