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Sogno di una Notte di Mezza Estate, opera fantastica in 2 atti

Gradevole la sensazione della totale adesione della vicenda teatrale, anche grazie ad una elaborazione drammaturgia  della commedia di Shakespeare puntuale ed efficace, che ne restituisce pienamente il senso logico

di Elio Taffi

 

Teatro Mancinelli, sabato 1 settembre, ore 21.

 

Difficile mettersi all'ascolto di un'opera contemporanea senza che la propria immaginazione non ritorni ad antichi o più freschi richiami, a rimembranze liriche, melodiche o ritmiche più o meno celebri. E quindi, cercherò di dimenticare alcune assonanze che ho provato durante la recita orvietana di questo ennesimo "Sogno di una Notte di Mezza Estate", assonanze che sembravano ammiccare in più momenti alle sonorità del Franco Alfano di "La leggenda di Sakuntala"; o parevano suggerire gli acuti virtuosi della mozartiana Regina della Notte, in un passo affidato alla bella Titania nel quale il soprano arriva, attraverso ripetuti arpeggi piccati, al mi bemolle sopracuto, raggiunto con pregevole sicurezza tecnica; ripenso anche al Weber fantastico delle opere tedesche, "Oberon" ed "Euryanthe", anche per il sapiente trattamento che il maestro Pietro Rigacci assicura ai fiati. Quel che rimane del "Sogno di una Notte di Mezza Estate", dopo un ascolto facilitato dalla suddivisione in tre atti (rispetto ai due preannunciati), è la gradevole sensazione della totale adesione della vicenda teatrale, anche grazie ad una elaborazione drammaturgia (per altro non agevole) della Commedia di Shakespeare puntuale ed efficace, che ne restituisce pienamente il senso logico. Il compositore Rigacci è attento ed umile servitore del testo, la sua musica sembra seguire bene i contenuti del libretto, rivelandosi ben strutturata, anche se talora piuttosto ripetitiva; non sembra prediligere un linguaggio tonale particolarmente ardito, il sapore "moderno" è restituito da numerosi cromatismi armonici e da una tessitura vocale che fa largo uso di intervalli dissonanti. Ciò che rimane più impresso è il duetto fra Ermia e Lisandro, al termine del primo atto, veramente piacevole e musicalmente valido. Peccato per la sproporzione sonora fra l'orchestra e il cast lirico, quest'ultimo, in diversi momenti, pesantemente sovrastato dalla massa strumentale (per altro appena venti elementi). Citazione meritoria per le voci di Kim Ah Young (Ermia) e Charity Sunshine (Titania).

 

Pubblicato il: 04/09/2007

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